L’effetto Jannik Sinner, primo italiano a salire al vertice del tennis mondiale, e l’apporto degli introiti venuti dalle Olimpiadi di Parigi a seguito delle tante medaglie d’oro degli azzurri (strepitose le ripercussioni della vittoria delle ragazze del volley) porteranno a chiudere la stagione degli investimenti pubblicitari con un aumento del 4 per cento. Il trend del mercato continua a essere condizionato dalle performance di pochi attori. I grandi player internazionali raccolgono circa l’80 per cento degli investimenti pubblicitari. Gli introiti dei quotidiani sono in calo di quasi 8 punti percentuali. A settembre 2024, la crisi ha spinto gli editori a chiedere interventi urgenti di sostegno da inserire nel bilancio che il Parlamento si appresta a votare.
Dall’analisi dell’Osservatorio dell’Autorità di garanzia nelle comunicazioni è emerso che nel primo trimestre del 2024 sono state vendute giornalmente 1,32 milioni di copie di quotidiani, in flessione del 9 per cento su base annua e del 32 per cento rispetto al 2020. Una discesa agli inferi preoccupante e allarmante. Il presidente degli editori Andrea Riffeser Monti ha lanciato l’ennesimo allarme affermando che “ il valore dell’informazione per il funzionamento della democrazia esige attenzione e sostegno da parte del governo, del Parlamento e dei partiti”. Qualcosa si sta muovendo e i parlamentari giornalisti Maurizio Gasparri, Antonio Tajani e Federico Mollicone si sono impegnati ad incontrare la Fieg e le altre categorie del settore sia per individuare le misure da adottare sia per giungere all’approvazione di un testo di legge che tuteli la libertà d’informazione.
Altre iniziative sono quelle di far tornare la pubblicità degli appalti sui giornali, d’incrementare il fondo ad hoc dell’editoria di almeno 100 milioni e di contrastare la pirateria online, fenomeno in crescita che ha superato i 30 milioni di download rubati per un valore di oltre 350 milioni di euro. Al fine di fornire agli investitori pubblicitari dati sempre più precisi ed affidabili il presidente dell’Auditel Lorenzo Sassoli de Bianchi ha annunciato che dal 29 dicembre arriverà la “ Total Audience”, un nuovo standard che unisce tutte le Audi (Auditel, Audicom, Audiradio) considerando i progressi della tecnologia digitale.
Lo scenario italiano vede il sorpasso delle smart tv sui televisori tradizionali (21,2 milioni), a cui aggiungere 50 milioni di smartphone, 20 milioni di computer fissi e portatili, 8 milioni di tablet e 120 milioni di schermi connessi. La situazione è in continua evoluzione e sviluppo e secondo de Bianchi presidente da aprile, dopo essere stato al vertice dell’Associazione degli utenti pubblicitari, affinare le misurazioni del mercato consente di avere più investimenti. La tivù è pronta a diventare uno strumento di marketing di precisione. Vanno però convinti i big del Web, ossia gli Ott (Google, Meta, Microsoft) a partecipare alle rilevazioni.
Per il giornalismo si tratta di una sfida da gestire come si è visto nel caso La Repubblica. La questione del rapporto pubblicità-informazione è complicata ma il lettore ha il diritto di sapere se quello che legge appartiene alla prima o alla seconda categoria. Si afferma che la pubblicità è l’anima del commercio ma l’involuzione italiana è preoccupante per la cultura e la democrazia: basti pensare che a metà degli anni Novanta si vendevano 6 milioni e 800mila copie al giorno e i media si finanziavano al 60 per cento con le vendite e al 40 per cento con la pubblicità. Ora non è più così. Il Corriere della Sera ha una diffusione tra carta e digitale di 227.931 copie, La Gazzetta dello sport 154.688, La Repubblica 149.022, Il Sole 24 Ore 117.198.
Aggiornato il 14 ottobre 2024 alle ore 15:57