Tra fanatismo e cospirazionismo: la religione 2.0

La sempre maggiore diffusione dei contenuti sui social ‒ con la conseguente e potenzialmente grave influenza di ciò che si trasmette ‒ ha permesso a immagini grottesche e pericolosamente emulabili (come lo sdoganamento dell’obesità e l’esposizione di minorenni con disabilità) di trovare ampio spazio nella quotidianità di milioni di utenti. In questo contenitore di assurdità, già da qualche anno, si stanno facendo strada persone e gruppi religiosi che diffondono teorie cospirative. La pandemia da Covid-19 è stata la prima esperienza globale al tempo di Tiktok (e dei social in generale): negli ultimi due decenni, dall’11 settembre sino alle attuali tensioni tra Israele e Palestina, non c’è stato nulla di internazionalmente coinvolgente come la pandemia. Ed è proprio il periodo del Covid-19, che ha mietuto milioni di vittime (oltre che aver affossato l’intero sistema sanitario di molti Paesi e limitato ampiamente le nostre esistenze) ad aver permesso la creazione e la diffusione delle teorie del complotto più gravi del millennio (dopo, ovviamente, quelle dell’11 settembre).

Mentre il mondo attendeva un vaccino contro il coronavirus, alcuni gruppi rumorosi hanno cercato di spiegare la situazione pandemica con teorie cospirative: i più attivi sono stati i musulmani e i cattolici. Le teorie del complotto non sono un accidente contemporaneo, ma la complessità della vita presente ‒ unita alla facilità con cui si possono diffondere le informazioni ‒ ha creato l’ambiente ideale per la manifestazione di idee alternative. Nessun gruppo sociale è immune al fascino delle teorie cospirative: da parte di alcune cerchie islamiche c’è stato però il “contributo” maggiore alle teorie diffuse sui social e su Tiktok. In generale, laddove c’è una componente di fanatismo religioso (fenomeno comune ovviamente tra i cristiani, e anche tra gli induisti) c’è una naturale sfiducia nella scienza (e nello scientismo) e il sospetto che “l’altro” (governi, Oms, case farmaceutiche) cerchi di controllarci.

Da parte di alcuni gruppi islamici sono state diffuse le teorie del complotto più assurde degli ultimi vent’anni, come quando nel 2003 i nigeriani hanno boicottato un vaccino contro la poliomielite ritenendo che fosse un modo per infettare i musulmani con l’Hiv. Non da meno, almeno recentemente, i cattolici, che ritengono che il vaccino contro il Covid contenga tracce di feti abortiti, oppure che il siero sia un’arma del demonio per controllarci. I video di molti tiktoker complottisti, spinti da convinzioni religiose al limite del deviato, hanno però convinto molti non credenti che i vaccini fossero da ricondurre a piani diabolici o di controllo di massa. Ma uscendo dai confini dei social, anche le istituzioni si sono servite di teorie cospirative: è il caso dell’Arabia Saudita, che ha incolpato gli sciiti per il Covid-19.

Oltre a generare gravi invettive contro i vaccini ‒ su cui sono state emesse fatwe di condanna perché si ritiene contengano carne di maiale ‒ molte comunità hanno continuato a riunirsi nel loro tempio sacro dicendo che nella casa di Dio fosse impossibile infettarsi (teoria ampiamente smentita, dato il carattere comunitario della vita islamica). Nessuno momento della storia recente ha permesso la pericolosa fusione di fanatismo, delirio religioso e tensioni cospirative come la fase pandemica: il tutto è stato ancora più influente per via della rapida diffusione di certi contenuti sui canali social di gruppi religiosi o lupi solitari.

Un’altra questione spesso affrontata con sospetto cospirativo è quella relativa alla cosiddetta “teoria gender”: si tratta di un tema affrontato più dai cattolici che non da altri gruppi religiosi. Secondo loro si tratterebbe di un piano ispirato direttamente dal demonio e che avrebbe come fine quello di distruggere la famiglia tradizionale (istituzione già in crisi da prima che si svegliassero le voci arcobaleno). Pandemia e vaccini, teorie del gender, sostituzione etnica e tante altre tematiche costituiscono il materiale su cui milioni di persone si stanno formando una coscienza religiosa. Sembra che alcune correnti abbiano trovato in Tiktok il perfetto palcoscenico per l’evangelizzazione alternativa e per il lavaggio del cervello di tutte quelle persone troppo succubi del grottesco per cercare la verità altrove. Internet potrebbe diventare lo spazio più fertile per la religione del futuro, per il “sacro 2.0”. Gli algoritmi stanno diffondendo sempre più contenuti che uniscono idee cristiane, pratiche spirituali non occidentali e teorie del complotto.

Parallelamente ai preti e alle suore influencer, che sembrano più personaggi di spettacolo che non evangelizzatori, la religione che ibrida fanatismo-cospirazionismo e ricerca nuove forme per praticare la trascendenza si sta diffondendo molto velocemente. Mentre i preti tiktoker si rivolgono principalmente ai giovani (o, comunque, al bacino cattolico), i laici della nuova religione si spingono a coinvolgere addirittura non credenti o, al massimo, persone che credono ma che non si riconoscono in alcuna chiesa o gruppo religioso istituzionalizzato. Da una parte sembra attivarsi l’ultimo tentativo di una religione tradizionale e in crisi di svecchiarsi (rinunciando a quel poco di spiritualità che restava) dall’altra sta prendendo piede una nuova interpretazione del sacro, che si carica di verità assolute rispetto a ciò che viene da “fuori” (mass media, istituzioni, gerarchie religiose). Mi chiedo se i credenti “tradizionali” siano ancora in tempo per arginare la diffusione di tutti questi gruppi che, tra teorie del complotto e nuove modalità di interpretare il sacro, stanno crescendo in modo incontrollato.

Aggiornato il 08 ottobre 2024 alle ore 15:41