Le opinioni, tutte, hanno diritto di cittadinanza. Al tempo stesso, le parole pesano, soprattutto quando chi le dice ricopre incarichi delicati e importanti. E vale anche per Papa Francesco: liberissimo di coltivare le opinioni che coltiva. Meno libero di offendere.
Papa Francesco, a proposito della questione dell’aborto, ha detto che si tratta di “un omicidio”; ha detto che “al momento del concepimento, secondo la scienza, ci sono tutti gli organi già... Si uccide un essere umano”. Ha detto che i medici che si prestano a questo “sono dei sicari”. Sicario, secondo la Treccani, “è chi uccide, chi commette un assassinio su commissione, per conto cioè di un mandante”. I medici sono sicari; i mandanti sono le donne che interrompono le gravidanze; dunque, sono assassine.
Ripeto: tutte le opinioni sono legittime; ma non le offese, non questa criminalizzazione nei confronti di donne che certamente quando interrompono una gravidanza non lo fanno a cuor leggero; e non è consentito offendere e criminalizzare il medico che permette a queste donne di abortire con assistenza medica e le cure necessarie, evitando di fare ricorso alle mammane e alle fattucchiere, come accadeva prima che venisse approvata la 194. Se poi davvero si vuole ridurre la pratica dell’aborto, si garantisca nelle scuole e ovunque una vera informazione sessuale, e come evitare le gravidanze non desiderate. Cosa che ci si guarda bene dal fare, e che anzi si cerca di contrastare in ogni modo.
Aggiornato il 01 ottobre 2024 alle ore 11:29