L’ascensore fantozziano di piazza della Torretta

L’età media delle persone in Italia è ormai over sessanta o quasi. I giornalisti invecchiano pure loro e quindi l’idea di farsi ogni giorno dai tre ai cinque piani di scale per andare negli uffici di piazza della Torretta 36, o nelle rispettive abitazioni − il tutto perché da due settimane non si riesce a trovare una scheda madre per riparare l’ascensore che li ha lasciati all’improvviso qualche giorno prima della fine di agosto − sta diventando un’angoscia se non un incubo.

Addirittura l’inquilino del quarto piano, 86 anni lui e 85 la sorella che però ha anche difficoltà deambulatorie, ha rimandato finché ha potuto il ritorno dalle ferie. È tornato sabato ma l’ascensore non era stato riparato e quindi qualcuno ha dovuto portare a braccio la signora fino a casa sua, per l’appunto al quarto piano.

Pare che la responsabilità di tutto ciò sia della ditta che ha in appalto la manutenzione ma che, a sua volta, dà in subappalto le riparazioni e i pezzi di ricambio ad un’altra ditta. Una cosa all’italiana: il subappalto del subappalto. Poi c’è il sostanziale immobilismo dell’amministratore del condominio di piazza della Torretta 36, messo lì da Investire Sgr a suo tempo e quindi filologicamente in assonanza con l’ente privato che con scarsissimo successo ha gestito da property manager il patrimonio immobiliare Inpgi, quando gli amministratori di quest’ultimo si erano illusi di mettere una pezza a quei conti in rosso che invece hanno poi portato l’allora premier Mario Draghi a far confluire tutta l’Inpgi/1 all’Inps per salvare le pensioni dei giornalisti. All’epoca, per quei pochi semestri che quelli di Investire hanno gestito le vendite e in genere tutto il patrimonio immobiliare, si evidenziavano perdite medie da dieci-quindici milioni di euro a semestre. Ed erano loro stessi a fornire questi dati all’Inpgi. E infatti l’Inpgi/1 è stato salvato dalla collettività generale.

Al palazzo di piazza della Torretta 36, quasi tutto venduto, tranne tre appartamenti, è restata però in eredità anche la gestione condominiale prima tutta in mano a Investire e ora in mano a tre condomini, tra cui lo stesso Investire. La tradizione di relativa efficienza e di spese alte si è apparentemente consolidata. Nell’agosto del 2023, ad esempio, qualcuno vandalizzò il portone dello stabile che venne riparato solo qualche mese dopo. Adesso gli inquilini anziani e coloro, anziani a loro volta, che si recano ogni giorno a fare pratiche all’Ordine dei giornalisti e al sindacato Stampa romana, sperano che avvenga il miracolo e l’ascensore venga ripristinato. Prima almeno che ci scappi il morto.

Aggiornato il 10 settembre 2024 alle ore 12:14