Taccuino Liberale #4

Il taccuino riprende in questo fine agosto di questo anno bisesto. Appunti sparsi per questa prima occasione alla riapertura post ferragostana:

#1 - Tra una inezia ed una facezia mi preme ed urge segnalare la notizia della legge approvata in Afghanistan contro le donne che non possono parlare o cantare in pubblico.

Mi voglio indignare. Come essere umano e come donna. Mi rifiuto di pensare che in una parte del mondo le donne siano trattate così! Non è una questione di cultura o di rispetto delle tradizioni religiose altrui, come qualcuno sicuramente vorrebbe farci credere; quindi, va tutto bene madama la marchesa, no, non va bene, è una questione di mancanza rispetto umano, di violazione della dignità umana. Si parla sempre di diritti inviolabili ed inalienabili e qui si arriva al divieto di comunicare! Di fare un atto spontaneo -parlare- che ci distingue peraltro dalle bestie, come funzione e capacità.

Il blocco del pensiero! Orwell non sarebbe mai arrivato a tanto, lo hanno fatto invece in Afganistan. Purtroppo, la realtà supera di gran lunga la fantasia.

Libertà è assenza di coercizione e questa misura è illiberale, inumana e mi indigno anche perché non ho letto cori di femministe proporre inginocchiamenti pubblici, movimenti di protesta o eventi contro questa aberrazione.

#2 - Tutti al mare aspettando i bandi per l’assegnazione delle concessioni balneari. Sembra di rivedere la storia delle quote latte, che abbiamo sforato per tanto tempo, così alla fine sta accadendo alle “concessioni” balneari.

Tuttavia, ora vi è l’ulteriore parametro entrato in gioco ossia quello della percentuale di spiagge libere a livello regionale. Quindi tutto si complica ovviamente a discapito del mercato, il quale, comunque sarà attratto senz’altro dalle “succose” concessioni delle località balneari più famose, ma in quelle meno famose, nelle località in cui le seconde case delle famiglie costituiscono la maggioranza delle attività turistiche, chi le vorrà, se i prezzi non terranno conto della possibile redditività?

Riflettere che non tutta la costa italiana è Forte dei Marmi o Capalbio, il Lido di Venezia o Fregene, piuttosto che Polignano a Mare, il Conero, Stromboli o Panarea giusto per citare qualche località ben nota dovrebbe aiutare a trovare un faro per chi si appresterà a legiferare ed amministrare le concessioni da mettere a gara. Forse oltre che sul prezzo sarebbe opportuno guardare alla qualità del servizio che si intende offrire. Stato meno tassatore più regolatore a reale tutela del mercato che rimanga sovrano nelle scelte.

#3 - Sanità a Ferragosto, medico mio non ti conosco. Una improvvisa e seria condizione di salute di chi scrive ha portato all’inevitabile domanda: lista di attesa pubblica che potrebbe essere troppo lunga per le esigenze della patologia o sanità privata che risolve subito evitando possibili complicazioni?

Dinanzi ad una patologia in cui c’è bisogno di grande capacità, esperienza e fiducia nel professionista chiamato a risolvere un problema serio, lo Stato invece di continuare a rincorrere la chimera di tutto a tutti ‒ e fintamente gratis, perché nessun pasto è gratis ‒ potrebbe migliorare il sistema di incentivazione alla sottoscrizione di polizze assicurative che consentano ai cittadini di scegliere dove e da chi farsi curare. La libertà dalla schiavitù della lista d’attesa, dall’offerta non sempre all’altezza delle aspettative mi sembrerebbe molto più democratica della generica promessa di sanità pubblica per tutti, che ci rende sempre un po’ più sudditi che cittadini liberi e consapevoli.

#4 - Già si leggono le prime ipotesi di ciò che potrebbe essere presentato in legge di bilancio 2025, mentre in Parlamento si affronta la legge di assestamento al bilancio dello Stato 2024, che è stato presentato al Parlamento assieme al Rendiconto 2023.

Sembrano non essere di interesse pubblico questi due documenti, quindi né i media né l’opinione pubblica ne parlano mai, eppure incide sui conti pubblici e sulle nostre vite come e quanto la legge di bilancio.

Per chi volesse approfondire la legge di assestamento è l’Atto Camera 1591. Il rendiconto è sul sito della Ragioneria Generale dello Stato. Sì, proprio quella istituzione a capo della quale è andata per la prima volta una donna.

A cui auguro buon lavoro con l’auspicio che la bollinatura torni ad essere seria, rigorosa e scrupolosa come questo Paese e i suoi conti pubblici meritano.

(*) Leggi il Taccuino liberale #1#2, #3

Aggiornato il 30 agosto 2024 alle ore 12:14