Taccuino Liberale #1

Credo nella libertà. La libertà dei liberali, la libertà “da”, l’assenza di coercizione. Credo nel liberalismo quale metodo e non quale ideologia, come una lente con la quale poter vedere e descrivere il mondo.

In un’era in cui siamo ben oltre l’epoca “delle pere indivise”, ho chiesto di essere ospitata su queste pagine prestigiose e liberali, per raccontarvi di piccole e grandi cose con rigore e trasparenza intellettuale, passione ed una buona dose anche di soavità e leggerezza.

Ringrazio il direttore Andrea Mancia, che conosco dai primissimi anni Novanta quando all’ex teatro della Scaletta in via del Collegio Romano frequentammo insieme la Scuola di Liberalismo, ideata e diretta da allora sino ai giorni nostri da Enrico Morbelli. Ricambierò la fiducia che mi ha dato ospitandomi e dandomi uno spazio tutto mio su questo giornale, prometto di metterci tutto l’impegno e l’energia di fanciulla liberale, come mi definì una volta Nicola Matteucci, al quale, proprio alla scuola di liberalismo, rivolsi una domanda su Tocqueville e mi rispose che il gusto della libertà ‒ liberale ‒ è bellissimo e dolcissimo, ma la libertà ha un prezzo altissimo che non tutti sono disposti a pagare.

Amare la libertà, praticarla, comporta sacrificio, impegno e a volte mostra un conto molto salato, ma l’alternativa è molto più amara dell’impegno necessario per essere liberi e liberali.

Ho voluto aprire quindi questo Taccuino Liberale in cui potrete trovare appunti, spunti, idee che possono arrivare da lontano, riguardare quello che ci accade intorno, oppure offrire uno spunto disadeguante dal mainstream che si può leggere un po’ ovunque. La nostra realtà, in particolare quella del nostro Paese, va ben oltre la nostra fantasia, scegliere sarà attività interessante e creativa, farò in modo che i frutti siano gustosi.

Ci troveremo ogni venerdì, o durante il week-end, auguro a chiunque buona lettura.

Aggiornato il 29 luglio 2024 alle ore 08:11