Una partita di calcio in cortile. La rissa. E tre detenuti tunisini – un 15enne e due 17enni – che superano il muro di cinta, con una facilità disarmante verrebbe da aggiungere, facendo perdere per il momento le loro tracce. Proseguono ad ampio raggio le ricerche dei tre evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma. Gli agenti della Polizia penitenziaria e della Polizia di Stato, così come i carabinieri, stanno setacciando il territorio della Città eterna. Alla fine, due dei tre ragazzi vengono rintracciati dalla Polizia: uno a L’Aquila e l’altro nella zona della Stazione Termini, a Roma.
LE POLEMICHE
“Ferma condanna” per l’evasione dei detenuti viene comunque espressa da Domenico Pelliccia, segretario generale aggiunto e Giuseppe Merola, segretario nazionale della Federazione sindacati autonomi Cnpp. Non solo: “Chiediamo serie politiche risolutive per gli Istituti penali per minorenni da tempo al centro di significative difficoltà organizzative e gestionali, dettate da difficoltà strutturali e da un aumento di minori detenuti, anche a seguito dell’introduzione normativa del decreto Caivano, spesso con problematiche psico-socio-compartimentali, oltre che psichiatriche. Piè apprezzando le continue attenzioni politiche del sottosegretario Andrea Ostellari – sottolineano – non è più tempo né di attese né di riflessioni, servono misure urgente a garantire idilliache condizioni di lavoro per la Polizia penitenziaria, affinché possa assicurare il proprio mandato istituzionale, nel rispetto del dettame costituzionale ed a beneficio di tutta la collettività”.
LAVORO ONEROSO
Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio, nel frattempo precisa che nel carcere minorile capitolino vi sono circa “55 detenuti su una capienza di 45 (uomini-donne). Va ricordato che nelle carceri minorili non esistono circuiti differenziati e ciò rende molto oneroso il lavoro, laddove detenuti con psicopatologie, problemi di dipendenza ed altre patologie e diverse etnie in spazi relativamente stretti alza il livello di tensione. I pochi poliziotti rimasti sono costretti a turni massacranti senza turnover o assegnazione di nuove unità. Quella che si prospettava era una stagione estiva pesantissima, perché il sovraffollamento detenuti aumenta giorno per giorno e le carenze nelle dotazioni di personale di Polizia penitenziaria stanno toccando livelli difficilmente registrati”.
Per il sindacalista “servono ulteriori interventi da parte del Governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza. Occorrono che siano messe in atto iniziative per garantire la sicurezza e benessere del personale, oltre a ribadire che non vi è più tempo da perdere e che, infine, la questione della carenza di personale deve essere affrontata definitivamente e non da meno occorre necessariamente, data la situazione, diminuire il numero dei detenuti presenti”.
Aggiornato il 22 luglio 2024 alle ore 20:56