La Rai restaura Viale Mazzini: per quattro anni tutti all’Eur

Da Roma Prati verso l’Eur sulla Cristoforo Colombo. Gli oltre 1.300 dipendenti, dirigenti, tecnici, membri del Consiglio d’amministrazione e del Collegio dei sindaci di Viale Mazzini dovranno spostarsi per almeno due anni a partire dal giugno 2025. Resterà al suo posto, nel giardino, davanti all’edificio della Direzione generale, la colossale statua in bronzo patinato del cavallo morente dello scultore Francesco Messina che pesa circa 25 quintali, è alta 4,60 metri e lunga 5,5 che presiede l’ingresso della televisione dal 6 novembre 1966. La storica sede Rai di Viale Mazzini 14 cambierà volto. Il Consiglio d’amministrazione, dopo tante discussioni e progetti, ha deciso definitivamente di affrontare la ristrutturazione del palazzo, un asset di grande valore sia dal punto di vista patrimoniale che simbolo identitario della televisione italiana. La gara per la bonifica dall’amianto e per la riqualificazione era stata indetta stata nel 2020 ma soltanto ora ci si è resi conto che l’unica opzione più razionale era quella di conservare gli aspetti più qualificanti del progetto originario del giovane architetto (aveva 33 anni) Francesco Berarducci. Naturalmente pur mantenendo la sagoma del manufatto era opportuno e necessario operare in chiave contemporanea. È stato così stipulato nell’estate del 2022 un contratto con due ditte specializzate per procedere dopo il progetto di fattibilità tecnico-economica alla progettazione esecutiva.

Un impegno notevole. Il finanziamento è stato trovato vendendo quote della società Rai Way, quella delle torri di trasmissioni che dovrebbe poi fondersi con gli impianti Mediaset. Ci saranno interventi di riqualificazione con tecnologie all’avanguardia, sostituzione degli immobili esistenti, nuovi spazi e più confort per i dipendenti. Oltre alla bonifica dell’amianto (argomento di molte polemiche e secondo molti anche di malattie) è previsto il consolidamento della struttura in acciaio per migliorarne le prestazioni antisismiche. La riqualificazione interesserà una superficie complessiva di circa 30mila metri quadri. La sede temporanea è prevista nell’ex palazzo Wind di Via Alessandro Severo subito dopo la sede della Regione Lazio. Una scelta difficile considerato che per anni le famiglie dei dipendenti Rai hanno comperato casa o presa in affitto nella zona nord di Roma, tenendo conto anche altre strutture (Via Asiago, Via Teulada, Saxa Rubra, Foro Italico) si trovano nei quartieri nord-ovest della Capitale. Ci fu una volta il tentativo di trasferire le strutture della televisione (all’epoca l’azionista pubblico era l’Iri) a Cinecittà per farne il centro cinematografico e televisivo italiano per eccellenza. L’ipotesi fu bocciata per la reazione dei dipendenti.

Il palazzone di Viale Mazzini venne costruito su progetto dell’architetto Francesco Berarducci che già nel dicembre 1957 aveva disegnato con Alessandro Fioroni il Centro di produzione Rai tivù di Via Teulada, inaugurato il 19 dicembre a quattro anni dalla nascita ufficiale della televisione. Di quel 3 gennaio 1954 si ricorda l’annuncio di Nicoletta Orsomando, la presenza di Mike Bongiorno, il primo telegiornale letto dallo speaker Riccardo Paladini del direttore Vittorio Veltroni e la presenza del fiorentino Ettore Bernabei, amico di Amintore Fanfani e direttore generale fino al 1974. Quello del 1965 è uno degli edifici più rilevanti dell’architettura italiana del Dopoguerra, diventando l’immagine della Rai trasmessa poi tutti i giorni. Ci vorranno almeno 4 anni prima che i vertici e i dipendenti possano rientrare nell’edificio di Viale Mazzini.

Aggiornato il 01 luglio 2024 alle ore 16:54