Quattro suicidi in carcere tra venerdì e sabato. Episodi, questi, avvenuti ad Ariano Irpino, Biella, Sassari e Teramo. Dall’inizio dell’anno le vittime sono oltre 40. L’associazione Antigone, che si batte per i diritti dei detenuti, parla di “emergenza nazionale”. Un numero, segnala l’associazione, che se continuasse a crescere a questo ritmo “porterebbe il 2024 a superare il tragico dato del 2022 quando i suicidi in prigione furono 85”.
Per Antigone “se in una città di 60mila abitanti si suicidassero 44 persone, in pochi mesi non parleremo di altro. Per questo Governo e Parlamento se ne devono occupare in via prioritaria, anche a fronte di una situazione di sovraffollamento sempre più grave, con oltre 14mila persone detenute senza un posto regolamentare, condizioni di vita sempre più difficili per i reclusi e di lavoro faticosissime per gli operatori penitenziari”.
Pertanto, prosegue l’associazione, “serve intervenire con provvedimenti che portino a una riduzione del peso sulle carceri attraverso la concessione di misure alternative; serve liberalizzare le telefonate dotando le celle di telefoni laddove (ed è la maggioranza dei casi) non sussistano problemi di sicurezza rispetto ai contatti con l’esterno; serve assumere personale; serve ridurre il peso dell'isolamento; serve che si modernizzi la pena carceraria; serve che la vita in carcere sia piena di iniziative, senza ostacoli o burocrazie; serve che non vi sia mai violenza”.
Aggiornato il 17 giugno 2024 alle ore 16:36