L’aria di Roma: grazie agli scooteristi

L’inquinamento da Pm10, causa principale del blocco auto a Roma, viene registrato da più di 10 anni dall’Arpa Lazio, consentendo un’analisi dei trend e delle tipologie di aree più inquinate. Nella Capitale sono presenti:

– 4 stazioni poste su strade importanti ad alto flusso veicolare (Francia, Magna Grecia, Enrico Fermi, Tiburtina), dette Tu (Traffico urbano);

– 6 stazioni, sempre in ambito urbano ma poste in aree lontane dalle principali vie di comunicazione (Arenula, Preneste, Cinecittà, Villa Ada, Bufalotta, Cipro), dette Bu (Background Urbano).

Per intuire l’importanza dei mezzi di trasporto alternativi alle auto, ovvero moto, scooter, bici, monopattini, sono stati osservati gli ultimi 3 anni (2022, 2023 e 2024) e per ciascuno di essi sono state prese in considerazione 2 Finestre temporali (invernale e tardo-primaverile), di quattro settimane:

Finestra invernale: dalla 2ª settimana alla 5ª, periodo poco soggetto ai mezzi di trasporto alternativi per le sfavorevoli condizioni meteo;

Finestra tardo-primaverile: dalla 19ª alla 22ª settimana, calda e poco piovosa, con le attività scolastiche ancora presenti, caratterizzata da un uso diffuso dei mezzi alternativi.

Le medie delle concentrazioni di Pm10 nella Finestra invernale sono 29,7 μg/m3 per le Bu (Background urbano-centraline soggette a traffico locale o assente) e 33,6 μg/m3 per quelle soggette a traffico ad alta intensità (Tu-Traffico urbano). Mentre, nella Finestra tardo-primaverile sono 20,7 μg/m3 per le Bu e 21,9 μg/m3 per le Tu.

I dati possono indicare, ma è tutto da verificare con altre considerazioni più approfondite, che:

nella Finestra invernale l’inquinamento da Pm10 sulle vie ad alta intensità di traffico è circa il 13 per cento in più rispetto a quello registrato in zone a traffico locale;

nella Finestra tardo-primaverile l’inquinamento da Pm10 sulle vie ad alta intensità di traffico è circa il 5 per cento in più rispetto a quello registrato in zone a traffico locale;

è evidente che nelle vie ad alta intensità di traffico l’inquinamento da Pm10 è sempre maggiore rispetto a quello registrato in zone a traffico locale sia nella Finestra invernale che in quella tardo-primaverile. Quindi, alla domanda “è vero che il traffico veicolare incrementa l’inquinamento da Pm10?”, la risposta è “sì, senza ombra di dubbio ma non solo i motori emettono Pm10 ma anche, e non solo, le abrasioni degli pneumatici” (*);

nella Finestra tardo-primaverile, la concentrazione di Pm10, nelle vie ad alta intensità di traffico è di circa il 35 per cento meno presente, probabilmente anche grazie all’utilizzo dei mezzi alternativi di mobilità, rispetto, alla Finestra invernale. Pertanto, alla domanda “è vero che cambiando il parco veicolare si avrebbe una riduzione di inquinamento da Pm10?”, la risposta è “sì ma i mezzi devono avere indice I&T (Inquinamento e Traffico) basso (**)”;

– nella Finestra tardo-primaverile, la concentrazione di Pm10, nelle zone soggette solo a traffico locale è di circa il 30 per cento meno presente, probabilmente anche grazie allo spegnimento degli impianti di riscaldamento, rispetto, alla Finestra invernale. Così, alla domanda “è vero che sostituendo le caldaie o ottimizzando le necessità di energia per climatizzare gli edifici si avrebbe una riduzione di inquinamento da Pm10?”, la risposta è “sì, occorre lavorare sulle dispersioni termiche e su impianti efficienti ed ottimizzati”.

(*) Giuseppe Piras, Fabrizio Pini, Paolo Di Girolamo; “Pm10 emissions from tires: A disruptive estimate questioning present pollution mitigation strategies”, Atmospheric Pollution Research, 2023, 101939, Issn 1309-1042; leggi qui lo studio

(**) Vedi qui l’articolo

Aggiornato il 14 giugno 2024 alle ore 08:56