Un licenziamento Barbano

Alessandro Barbano è stato direttore del Messaggero per poco più di un mese, dopodiché ha subito un licenziamento in tronco. E il tutto fa ancor più strano, considerando il fatto che lo stesso Barbano, pur di guidare il foglio romano, aveva abbandonato la direzione del Il Riformista dopo 40 giorni scarsi dal suo insediamento. Insomma, se questo non è un record poco ci manca.

Però il motivo per cui scrivo della vicenda, al di là della fugacità che l’ha contraddistinta, è dettato dal dispiacere di non poter più leggere una testata che Barbano era riuscito a plasmare ottimamente, seppure in poco tempo. Infatti, oltre a un lieve restyling sia di tipo grafico che legato alla collocazione dei vari pezzi, era assai apprezzabile la linea editoriale, talvolta non proprio collimante con la sensibilità politica del sottoscritto, d’accordo, ma pur sempre foriera di stimoli e di presupposti intellettuali per dare adito ad ulteriori approfondimenti e riflessioni.

Inoltre, a differenza della consuetudine ormai consolidata durante l’era di Caltagirone, per cui i direttori del Messaggero svolgevano praticamente il ruolo di “mano invisibile” data la parsimonia dei loro contributi scritti, Barbano prestava la sua voce agli editoriali in prima pagina con una certa assiduità. Così come aveva fatto nelle sue precedenti esperienze editoriali, finanche da condirettore del Corriere dello Sport (nel parlare di calcio amava mescere cronaca e poesia in quantità crescenti). Quindi, per concludere, da lettore di giornali – ivi compreso per l’appunto il Messaggero che sfoglierò, sì e no, da una trentina d’anni – vedermi privato, dall’oggi al domani, di una penna felice e guizzante, garantista e di buon senso come quella di Alessandro Barbano, diciamo pure che non è il massimo.

Lo dico da forzista pur sapendo che il nostro presenta simpatie calendiane. Una ventina d’anni fa forse l’avremmo definito un laburista. E invece. Barbano, il direttore che, in poco più di due mesi, cambiò due direzioni. Dai posteri – e in maniera ingenerosa – magari verrà ricordato per tale motivo. Purtroppo, è la mia chiosa.

Aggiornato il 06 giugno 2024 alle ore 11:16