Cresce il numero degli italiani che ammettono di avere sofferenze psicologiche legate al lavoro. Secondo quanto certificato dall’Inail, i primi tre mesi di quest’anno vedono più di 22mila denunce di malattie professionali in riferimento a disturbi psichici e comportamentali. Percentuali alla mano, significa un +17,9 per cento rispetto allo stesso periodo di dodici mesi fa.
Da quanto emerge, risulterebbero essere le donne, in prevalenza, a cercare un supporto psicologico per criticità e problematiche lavorative (il 66,3 per cento rispetto al 33,7 per cento degli uomini). Osservando le fasce d’età, il 62,9 per cento ha tra i 25 e i 34 anni; il 22,8 per cento viaggia tra i 35 e i 44 anni.
In linea di massima, emergerebbe la difficoltà a far camminare di pari passo la vita personale e quella lavorativa, ma non solo. C’è anche l’insoddisfazione per una mancata crescita professionale. Il disagio psicologico connesso al lavoro, così, tocca una fetta di lavoratori del nostro Paese, che presentano stressi, frustrazione, sindrome di burnout.
I problemi legati al benessere lavorativo vengono a galla in particolar modo in Lombardia (27 per cento) e Lazio (10,6 per cento).
Aggiornato il 29 maggio 2024 alle ore 16:02