Esondazioni nel padovano, allerta rossa in Veneto

L’ondata di maltempo prosegue. La Protezione civile ha diramato lo stato di allerta rossa in buona parte del Veneto e allerta arancione per Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Sono state circa 2.500 le chiamate di soccorso ai Vigili del fuoco in tutta la regione del nord-est, a causa delle forti piogge che imperversano da mercoledì. Per il momento, non si ha notizia di feriti, mentre in Lombardia gli agenti atmosferici avrebbero fatto una vittima: si tratterebbe di un 66enne disperso da ieri sera nel Comasco, stando alle dichiarazioni dei pompieri. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha richiesto lo stato di emergenza per la Regione. “Ho chiesto a Fabrizio Curcio il capo di Dipartimento della Protezione civile un sopralluogo, anche ai fini della quantificazione dei danni”, ha dichiarato il capo della Regione mentre si trovava in un punto stampa a Mestre.

Le forti precipitazioni hanno fatto esondare diversi corsi d’acqua nel padovano. La rottura di argini più importante ha riguardato il fiume Muson a Camposanpiero. Le case, al momento, sarebbero isolate, mentre 1.500 volontari sono già scesi in campo per contenere la situazione e rispondere alle chiamate di soccorso. Nel frattempo, le colline del trevigiano sono insidiate dalle frane. Lo ha confermato Zaia, aggiungendo che ad Asolo sono state salvate circa 15 persone in un’area a rischio esondazione. In provincia di Padova si è allagato un allevamento, causando la morte di 10mila tacchini. Il presidente del Veneto ha confermato che i bacini di laminazione – delle aree vuote che si riempiono in caso di esondazione – hanno funzionato, salvando Vicenza ed altre città.

Infine, sarebbe rientrato l’allarme di sversamento nello stabilimento petrolchimico di Marghera. La fabbrica, nella giornata di ieri, è stata colpita da un’intensa bomba d’acqua che ne ha messo in crisi i sistemi di depurazione. Ciò ha causato la diffusione di un forte odore in tutta la zona che ha preoccupato gli abitanti della città e anche i “vicini” di Mestre. I cittadini avrebbero chiamato i Vigili del fuoco, ma l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha spiegato che “l’impianto ha delle proprie vasche di contenimento che impediscono qualsiasi dispersione nell’ambiente circostante”. La paura di sversamento degli idrocarburi, però, è rimasta, finché poche ore fa non è rientrato l’allarme. Le suddette vasche di contenimento, avrebbero fatto il loro lavoro egregiamente.

Aggiornato il 17 maggio 2024 alle ore 16:15