Elvira Gentile, la regina del massaggio e della legnoterapia

L’incontro con Elvira Gentile è stato possibile tramite la presentazione di una comune conoscenza. È una persona decisa, con una voce chiara e persuasiva, abituata a parlare senza esitazioni, mostrando di sapere molto bene quello che dice. È esponente di primo piano di questo mondo del cosiddetto “benessere” che si esprime, nel suo caso, con i massaggi che vengono eseguiti con il supporto di un lungo percorso di apprendimento tecnico, di esperienza personale e di confronto con altri operatori e operatrici del settore che provengono da tutto il mondo.

Il 24, 25 e 26 maggio avrà luogo un evento di livello mondiale a Roma, zona Eur, in piazza Guglielmo Marconi. È garantito il patrocinio del Municipio IX e dell’assessore agli Eventi di Roma Capitale. Saranno presenti oltre quattrocento partecipanti, appartenenti al mondo del wellness e provenienti da cinquanta Paesi del mondo. Elvira Gentile è componente del Comitato mondiale. Ed è notevole il suo impegno per la creazione di un campionato europeo in aggiunta a quelli esistenti a livello nazionale e mondiale. La conversazione ha rivelato un mondo spesso ignorato, e talvolta equivocato erroneamente, come altra attività. Il dialogo è riportato qui.

Come è iniziato questo percorso?

Sono un’umile massaggiatrice e nasco come estetista. Mi muovo da oltre trent’anni nel mondo del benessere. Ho attualmente un centro benessere a Monte Compatri, un piccolo centro alle porte di Roma. Ho iniziato il percorso di massaggiatrice all’estero qualche anno fa. Ho partecipato ai campionati. Alcuni li ho vinti, ricevendo menzioni favorevoli. Il circuito ha iniziato a conoscermi. Sono diventata una master internazionale del massaggio. Mi piace molto insegnare il massaggio bio-emozionale, ma insegno anche tecniche di bambù e di legno terapia che si chiama “Maderoterapia”. Ho portato in vari Paesi del mondo la mia esperienza. E ho quindi accumulato contatti, oltre ad aver realizzato ricerche per migliorare questa attività con contributi di altri operatori.

Da dove proviene questa tecnica del Bamboo? È una disciplina orientale?

Sì. Il “Bamboo massage” è una tecnica orientale mentre il “Madero” è una tecnica colombiana. Nascono entrambe da fonti storiche orientali.

Mentre il termine “Bamboo” è noto, il “Madero” cosa è? Si tratta di legno?

Sì, è una sorta di legno particolare utilizzato per la costruzione di particolari strumenti interamente lavorati a mano e con assetti ergonomici. La loro forma consente di raggiungere parti del corpo che le mani non posso raggiungere. Sono strumenti della matero-terapia. È legno deumidificato. E poi ci sono altri strumenti più piccoli.

Hanno un aspetto minaccioso.

È vero. Ci sono piccoli strumenti per il viso. Per la coppettazione è utile per il mondo dello sport ed è dedicato agli spazi corporei vuoti. Ho esteso la mia esperienza al mondo della psicosomatica, che studio da molti anni e che abbino al massaggio. Tutto ciò che la mente non riesce a manifestare lo rimanda all’esterno, con messaggi fisici appariscenti quali inestetismi come cellulite, acne, rughe, pancia, cosce gonfie.

Cosa intendiamo per psicosomatica? Tutto parte dalla mente?

La mente è un labirinto, ma nel mondo psicosomatico ed emozionale riesco a leggere i messaggi del corpo della persona trattata. La pelle è come un foglio di carta, dove le nostre anime scrivono le paure, le gioie, le preoccupazioni. Rivela tutto ciò che vive interiormente e che quasi sempre l’essere umano non ascolta e non riesce capire. Gli inestetismi sono scritture di richieste di aiuto.

Allora, quei visi terribili che sembrano carte geografiche e che notiamo sui volti di donne del Tibet, dell’Australia, come li vede?

Il viso scrive delle commedie quali la tristezza la gioia, i dolori. Quindi, questi solchi non sono altro che richieste di aiuto.

Ma questi segnali non possono essere anche sfide?

No. Sono sofferenze, gioie non vissute.

Come legge allora le rughe della mia fronte?

Il viso si divide in tre fasce. Quella della fronte è il giudizio. Quella centrale appartiene agli affetti. Quella in basso è la fascia dei piaceri. Le rughe del giudizio sono quelle del far bene per piacere agli altri. Parliamo di psicosomatica. L’inconscio ci parla ma noi non lo sappiamo.

Siamo su un treno in movimento dove non percepiamo la velocità come passeggeri? La vede solo chi sta in piedi sulla banchina?

Sì. Dico spesso a miei studenti di prendersi una pausa, di sdraiarsi sul letto, guardare il soffitto e ad ascoltare sé stessi, oppure di vedere un bel tramonto per percepire la profondità. Si tratta di ascoltare l’immensità, non vederla. È una capacità così importante che ho deciso di tatuarmi una frase che dice “vedere dove gli altri non vedono”.

Quando la professione diventa mestiere?

A un certo punto della mia vita non ho più guardato al solo aspetto economico, ma ho puntato a fare del bene con l’aiuto delle mie mani. Infatti, non conosco l’esatto importo degli incassi. Dentro di me sento di avere una missione, perché con le mie mani riesco a donare benessere. È una missione piuttosto che un mestiere. Prima ho vissuto la professione e basta. Il punto di svolta è stata l’esperienza di tre giorni in coma. Poi sono stata ricoverata per anoressia per nove mesi, fino a quasi morire. Ho vissuto un’esperienza parallela. Sono tornata alla vita e ho avuto un cambiamento interiore. E da quel momento, quando tocco un corpo, mi si apre un mondo anche della sua anima. È stato quindi difficile, dopo schermarsi dalle sofferenze, dalle gioie, le tristezze.

Come fa un medico, un infermiere. Anche i soldati al fronte devono proteggersi dalle emozioni.

È vero. Ho cercato varie volte di ritirarmi ma la richiesta dei miei studenti sempre più numerosi mi ha fatto continuare, girando anche in vari punti del mondo. Sono stata in Paraguay, in Argentina, in Ucraina, in Armenia, a Cipro, Malta, Ginevra.

In questi giri, è riuscita a capire quali sono i popoli più sensibili? Chi sono i più sensitivi?

Gli orientali sono più attenti ai rituali e sono mistici. Gli occidentali sono tecnicamente più perfetti. Il sudamericano è il più passionale: trasmette più amore, più calore.

Nel donare si riceve?

Nel momento in cui un massaggiatore riesce a vedere un corpo non come una macchina da aggiustare, fluisce un’energia, un interscambio di flusso energetico. Solo allora si riesce a suonare delle melodie meravigliose.

Come si pone davanti a individui resi sospettosi anche a causa del proprio lavoro?

Parliamo di scettici o di coloro che hanno inteso il massaggio come una attività sessuale?

Mi riferisco ai sospettosi e basta. Chi ricorre ai massaggi? Le donne sono la maggioranza?

Non ci sono uomini e donne in uguale numero.

La professione delle persone trattate condiziona il comportamento?

Certamente. L’ingegnere è schematico e rigido. Non entra nella dinamica bio-emozionale. È mio compito farlo rilassare, per abbandonarsi e consentire che io prenda nelle mie mani la sua anima. C’è chi è più disposto all’abbandono e al donarsi nei primi cinque minuti. Con chi non crede nella psicosomatica ci vuole più tempo. Devono avere fiducia in me.

Vari amici psicologi mi dicono che, solitamente, i pazienti mentono per mesi.

Io non parlo alla mente che ha delle regole invalicabili e con divieti. Fondamentale è staccare il cervello. Il massaggio dura 50 minuti e con il massaggio si ipnotizza il cervello.

In una città i contatti sono sottoposti a una serie di schemi interpretativi per tutti gli sconosciuti.

Fuori dalla mia cabina si ritorna negli schemi della vita quotidiana.

Nei piccoli centri la preselezione è minore. Si conoscono tutti.

Fin dal primo incontro, i sudamericani sembra che si conoscano da anni. Non è lo stesso con i contatti fra europei. Ci sono professioni di vario genere. Io ottengo risultati elevati rispetto a coloro che applicano solo la tecnica e sono attenti a fare soldi. Io non mi fermo. Vado dappertutto e loro rimangono in Italia. Con l’apertura emozionale è possibile volare in alto, ma senza montarsi la testa.

Ricopre altri incarichi e altre attività?

Sono master internazionale del massaggio. Amministro un centro benessere di 230 metri, vicino Roma. Lavoro per una spa di lusso, al centro della Capitale, per fare massaggi ad attori e attrici.

Sarebbe interessante un’intervista focalizzata su queste persone, senza fare i nomi e parlando dei loro comportamenti.

Si può fare prossimamente. Sono giudice di campionati nazionali e mondiali. Sono organizzatrice del campionato europeo. Tutto questo senza superbia. In mezzo a tutto questo, mi può capitare di fare un massaggio non previsto e gratuito a una vecchietta che ne ha bisogno.

Ogni cosa è una sfida. L’eccessivo ricorso ai linguaggi tecnici, spesso, crea equivoci fra esperto e persone trattate. Capire ciò che dice la gente, oltre le loro parole, è fondamentale. Spesso la persona non sa cosa gli accade. C’è qualche aneddoto o dei comportamenti comici causati da equivoci?

I colleghi fanno ridere, quando vogliono esibire quello che sanno fare. Per stupire, fanno acrobazie talvolta, lanciando a terra le persone trattate. Conosco molti episodi ma adesso non riesco a evidenziarli.

Nessuno ha fatto questa domanda in qualche conversazione precedente?

No. Ho avuto interviste anche in Spagna ma questo tema non l’ho mai incontrato.

Mi racconti ancora…

Vorrei parlare del campionato europeo che stiamo organizzando a Roma. La mia struttura si chiama New Massage Association. Siamo sei fondatori. Ci sono io con mio marito, il presidente che abita a Parigi con la sua compagna e due romeni. Tutti e sei siamo alla quarta edizione del campionato europeo. La creazione del gruppo è nata dopo una serie di incontri avvenuti sui canali social. Gli altri hanno ritenuto che io fossi una massaggiatrice di alto livello e mi hanno incluso. Mio marito organizza eventi, contatti e crea video che riescono a cogliere i momenti più importanti delle mie esibizioni. Tutto questo grazie a un intenso lavoro di autoformazione, mentre io mi aggiorno sull’evoluzione umana e sulle tecniche di massaggio. Non a caso, invito i miei allievi a frequentare corsi di aggiornamento ogni anno, perché le tecniche cambiano continuamente. Mi piace studiare l’antropologia e l’evoluzione della specie umana, per adattare al presente i metodi di massaggio.

Adesso sono coinvolta nell’organizzazione del prossimo evento che ha 175 partecipanti e più di trecento tra osservatori, giudici. Le date sono il 24, 25 e il 26 maggio presso il Salone delle Colonne, su Piazzale Guglielmo Marconi, vicino alla discoteca Spazio Novecento. Si vive una intensa comunità di persone che parlano di benessere. Ci sono esibizioni, gare e nuovi vincitori. Il campionato va vissuto evitando l’agonismo come scopo principale. Io la vivo come una prova con me stessa su un’arte che proviene da esperienze di tutto il mondo: Sud America, Australia, Giappone, Australia. Una categoria che ha un’estensione internazionale. Ad esempio, la tecnica hawaiana “Lomi lomi” imita le onde del mare ed è molto avvolgente dalla testa ai piedi. È un metodo che si è occidentalizzato con differenze rispetto all’origine.

Ma le persone trattate chiedono aiuto?

Nessuno chiede mai aiuto. Le persone sono accolte in una saletta con colori e musiche appropriate. La loro fiducia è quasi immediata.

Ma non è inopportuno avere musica in ogni attività umana?

Ci sono sonorità naturali o animali. Scelgo la musica a seconda della persona che ho davanti. Durante il trattamento, le persone non parlano per 51 minuti. Nel corso del massaggio, non parlo. Le domande fanno perdere la valenza del flusso energetico, perché la razionalità blocca il passaggio. Il silenzio è totale. Parlare appartiene all’area della razionalità.

Cosa pensa di questa conversazione?

Da anni faccio interviste. Anche questa volta ho confermato l’amore forte che ho per questa arte.

Chi sono i partecipanti dell’evento?

Ci sono molti volontari. Abbiamo un centinaio di osservatori con legami dei partecipanti. Altri sono massaggiatori che esplorano non ancora iscritti.

I partecipanti sono tutti addetti ai lavori?

Ci sono altre persone, alcune delle quali sono del Comune di Roma che dà il patrocinio con l’assessore dei Grandi eventi. Quest’ultimo è uno dei soci della struttura dove si terrà il campionato europeo. La nostra attività promuove il benessere che si esprime in cinque categorie fra le quali: wellness, massaggio del viso, western, cioè l’area orientale (Lomi, Ayurveda). Poi abbiamo l’asiatico. Per ogni categoria sarà consegnata una medaglia d’oro. Fra queste cinque categorie uscirà il campione dei campioni. Il nostro compito è la valorizzazione di queste persone che hanno dato molto anche in prospettive future. Cerchiamo non il “bravo massaggiatore” ma il “buon massaggio”. Lo scorso anno hanno vinto due ragazze molto giovani.

Insomma, è la ricerca dell’eccellenza. Cosa si intende per “buon massaggio”?

Tecnica, fluidità, ergonomia e innovazione.

Questa conversazione evidenzia il fatto che esiste un grande lavoro invisibile dietro ogni successo. Passione, determinazione e tenacia sono da sempre le basi di partenza che fanno raggiungere l’eccellenza. Grazie alla Maestra Elvira Gentile che ha il dono di infondere coraggio ed entusiasmo.

Aggiornato il 16 maggio 2024 alle ore 13:35