Il corpo dell’ultimo disperso è stato recuperato. È quello del 68enne napoletano Vincenzo Garzillo. Così, salgono a sette le vittime dell’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi al lago di Suviana, in provincia di Bologna, avvenuta il 9 aprile. Garzillo, andato in pensione un anno fa, era diventato consulente di una società di ingegneria, la Lab Engineering di Chieti. Un profilo professionale alto, esperto nella riattivazione dei macchinari di centrali idroelettriche. Oltre a Garzillo, sono sei i lavoratori rimasti uccisi dall’esplosione. Si tratta di Alessandro D’Andrea, 37 anni di Pontedera, tecnico specializzato con numerose esperienze anche all’estero, dipendente di Voith di Cinisello Balsamo (Milano); Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro, premiato con la stella al merito dal presidente Sergio Mattarella; Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano. Lavorava per la Abb di Sesto San Giovanni.
Tre, invece, sono le vittime estratte subito dalle macerie, nei primi momenti successivi allo scoppio nella centrale di Suviana. Mario Pisani, 73 anni, è la vittima più anziana. Originario del Tarantino, di San Marzano di San Giuseppe, era un ex dipendente Enel e ora impegnato come consulente. Titolare di una piccola srl, la Engineering con sede a Mele (Genova). Anche le altre due vittime erano suoi collaboratori: Vincenzo Franchina, 36 anni, la vittima più giovane, originario di Sinagra (Messina), sposato da poco più di un anno e padre da tre mesi, viveva a Genova; e Pavel Petronel Tanase, 45 anni, originario della Romania, dal 2000 risiedeva a Settimo Torinese. Sposato e con due gemelli quasi adolescenti.
Intanto, risulta fuori pericolo di vita l’operaio di 35 anni, ricoverato in rianimazione al Sant’Orsola di Bologna, ferito dopo l’esplosione, fa sapere l’ospedale. Al lavoro, impegnati nelle ricerche, vi sono circa 200 persone, concentrate soprattutto al piano meno 9 dell’impianto, sotto il livello del lago, dove ieri sono state trovate tre vittime. L’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, visibilmente emozionato in conferenza stampa, ha voluto citare “Simone De Angelis, il capo centrale. Questo ragazzo ha visto la centrale in cui lavorava in queste situazioni, ha visto subito alcuni deceduti che conosceva, persone con cui lavorava tutti i giorni, per tre giorni è stato coi sommozzatori guidando le operazioni di soccorso, centimetro per centimetro con i sommozzatori che si muovevano in un ambiente in cui non c’era visibilità. Appena trovato il quarto disperso ha avuto un mancamento ed è stato portato via dall’ambulanza”.
Ora, concluso il recupero dei dispersi, si apre la fase due dell’intervento, che prevede la bonifica e la messa in sicurezza della struttura anche per consentire l’avvio delle perizie. Questa fase avrà numerosi passaggi. “C’è un pozzo che contiene dell’acqua, stiamo facendo delle analisi per capire che cos’ha dentro”, ha detto l’ad di Enel Green Power Salvatore Bernabei. Per quanto riguarda lo svuotamento del piano allagato, “adesso che i sommozzatori non stanno più giù potremo mandare le idrovore al massimo della capacità”. Le perizie arriveranno ancora dopo: “Attualmente non si può accedere in tutta la parte dell’impianto”. La scatola nera della centrale di Suviana è in mano all’autorità giudiziaria. “Tutte le centrali – ha detto Bernabei – hanno un sistema di supervisione e controllo che si chiama Scada. In questa centrale si trovava nei piani superiori. Questo sistema è già stato preso dall’autorità giudiziaria e quindi se avrà registrato qualcosa si vedrà nel momento in cui verrà esaminato”. Se il sistema avrà registrato qualcosa “quell’analisi potrà essere utile per capire le cause, perché altrimenti attualmente non è davvero possibile che cos’è successo”.
Aggiornato il 15 aprile 2024 alle ore 09:23