La famiglia Angelucci porta Cerno al “Tempo”

Cambia il direttore a Piazza Colonna. Il giornale creato da Renato Angiolillo sarà diretto da Tommaso Cerno, al posto di Davide Vecchi che aveva guidato la testata romana per circa due anni. Il Tempo del gruppo editoriale della famiglia Angelucci compie 80 anni e cerca di farsi largo nel mondo dell’editoria delle mutazioni tecnologiche e nella trasformazione della società civile. Il cambio avviene alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo, nell’anno della moltitudine di competizioni politiche (a novembre ci sarà il momento più rilevante, con la scelta del presidente degli Stati Uniti), Regionali e Comunali. Nel saluto Davide Vecchi rivendica alcune scelte fatte nel corso di due anni: dalla condivisione delle politiche del Governo Meloni alla difesa delle Forze dell’ordine, dal rispetto degli impegni presi con la comunità di Caivano all’appoggio delle battaglie contro la violenza sulle donne.

Nell’editoriale d’insediamento Tommaso Cerno, nato a Udine nel 1975, si chiede dove stiamo andando. Occorre partire dalla constatazione che molte cose sono cambiate “nella società, in politica, nell’economia ma soprattutto nella vita di ogni giorno di milioni di europei, di italiani, di romani che alle prese con la complessità di una Capitale soffrono e subiscono più di altri le ingiustizie e le diseguaglianze di questa democrazia imperfetta che spetta a noi aggiustare”. Con Cerno Il Tempo cambia linea editoriale? Il percorso giornalistico registra l’inizio al Messaggero Veneto, poi all’Espresso fino a diventarne direttore e ancora condirettore di Repubblica e direttore de L’Identità. Per l’impegno politico è stato senatore del Pd nel collegio di Milano nel 2018 e dirigente nazionale dell’Arcigay ufficializzando nel dicembre 2022 l’unione civile con Stefano Balloch di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Cividale del Friuli.

Cosa è stato Il Tempo da quel 4 giugno 1944, quando nacque in una vecchia tipografia di Piazza di Pietra nel centro di Roma? Roma era stata appena liberata dagli angloamericani dopo 4 mesi dallo sbarco di Anzio. Bisogna partire dalla vita avventurosa di un giovane nato a Ruoti in Basilicata nel 1901. Trasferito con il fratello a Napoli aveva fatto di tutto: venditore di libri, giornalista di piccole testate. Si racconta che con 3mila lire in tasca e il coinvolgimento di amici romani decide di varare il quotidiano Il Tempo. Tra i primi collaboratori Giannino Marescalchi, Guglielmo Serafini, Peppino Modugno, Athos Gastone Banti, personaggio di grande mestiere e già amministratore del Giornale d’Italia. L’ossatura che farà da base portante del quotidiano è un gruppo di giovani che si faranno largo nella professione: Ettore della Riccia, Enrico Santamaria, Marcello Zeri (“culo di pietra”, per essere capace di lavorare fino alle 4 del mattino per l’edizione di Roma), spirito d’abnegazione trasmesso poi agli altri mitico caporedattore Vanni Angeli ed ecco ancora, Pippo Puglisi, Igor Man, Del Bufalo, Piero Accolti Gil, Enzo Selvaggi, Vittorio Zincone, Fausto Gianfranceschi, Alfredo Cattabiani, Francobaldo Chiocci, poi i notisti Alberto Giovannini, Enrico Mattei, Ignazio Contu, Mario Caccavale.

Dall’archivio storico arrivano le firme di scritto e letterati illustri come Alberto Moravia, Curzio Malaparte, Guido Piovene, Virgilio Lilli, Achille Campanile, Diego Calcagno, Luigi Barzini, Gianni Granzotto, Leo Longanesi, Giovanni Mosca, Mario Pomilio, Giuseppe Prezzolini, Augusto del Noce. Renato Angiolillo è stato direttore fino al 1973 poi sono arrivati Gianni Letta, Gaspare Barbiellini Amidei, Franco Cangini, Marcello Lambertini, Giovanni Mottola, Maurizio Belpietro, Gian Paolo Cresci, Mauro Trizzino, Giuseppe Sanzotta, Mino Allione e Franco Bechis.

Aggiornato il 04 marzo 2024 alle ore 13:59