Il Ministero per gli Affari regionali e le Autonomie ha firmato e approvato il decreto per il trasferimento delle risorse del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, pari a 202.506.475 euro per l’anno 2023. Un tesoretto importante a favore della pianificazione territoriale innovativa per Regioni ed Enti locali, finalizzata a sviluppare iniziative volte a sostenere, realizzare e promuovere politiche a favore della montagna. Un importante passo per comprendere e sviluppare le esigenze dei territori e per garantire ai territori montani tutto il sostegno necessario, assicurando interventi e promuovendo iniziative di salvaguardia e valorizzazione della montagna.
Sostenere e rilanciare le aree montane, un processo richiesto da tempo da numerose organizzazioni e associazioni territoriali, diviene estremamente utile per contrastare lo spopolamento e creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo. Anche l’Associazione Italiana Europrogettisti - Eu Project Manager (Assoeuro) ha salutato positivamente la firma del decreto per il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, ricordando l’importanza della progettazione e dell’euro-progettazione per la crescita virtuosa e lo sviluppo sostenibile delle aree interne. Peraltro, il corso di approfondimento lanciato da Assoeuro a Bruxelles (dall’8 al 10 aprile 2024) si rivolge a tutti gli operatori che si occupano, sia direttamente che indirettamente, dei bandi europei e di Next Generation Eu per trasmettere le nuove skills utilizzate dalla Commissione europea per il biennio 2024/25 e di formare alla nuova modalità per accedere ai finanziamenti europei e accelerare lo sviluppo delle comunità italiane e dei bellissimi borghi della nostra Penisola. I soci di Assoeuro continuano a rimarcare l’attenzione sulle nuove opportunità provenienti dall’economia e dalla progettazione per la montagna, che sempre più spesso vede tali comunità interne investire sul turismo lento ed esperienziale, sui servizi alla persona, sull’allevamento e sulla produzione enogastronomica. Il tutto sposando modernità e antichi saperi, innovazione, tecnologia e solidarietà. Gli studiosi si stanno interrogando su questo lento ma continuo ripopolamento delle Terre alte, una migrazione qualitativa che porta a instaurare un rapporto più stretto con l’ambiente. Nascono così nuove forme d’impresa, spesso sotto forma di cooperative. Si inizia anche ad investire nel settore del turismo, non quello mordi e fuggi, non il turismo di massa ma quello lento, esperienziale, sui servizi alla persona (forest therapy e forest bathing), sull’allevamento e sulle produzioni sostenibili.
Secondo la classificazione territoriale europea di Eurostat, l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea a 27 per Pil realizzato in province montane, territori in cui almeno metà della superficie o della popolazione è in aree montane: nel 2019 ammontava a 805,6 miliardi di euro, il 44,9 per cento del totale nazionale, una quota più che doppia rispetto al 20,7 per cento registrato dalla media delle aree montane nell’Ue. Il valore dell’economia italiana della montagna supera i 776,3 miliardi di euro della Spagna (che presenta una quota sul Pil del 62,4 per cento), i 417,5 miliardi della Francia (17,1 per cento del Pil) e i 241,5 miliardi della Germania (7,0 per cento del Pil). Nel 2021 l’economia della montagna rappresentava il 44,9 per cento del valore aggiunto nazionale e in chiave settoriale presentava una quota più elevata per il valore aggiunto delle costruzioni (48,8 per cento) e del manifatturiero esteso (48,6 per cento), settori in cui è più alta la vocazione artigiana.
Aggiornato il 28 febbraio 2024 alle ore 15:45