Fendi: dall’abitato all’abito, con l’elemento sorpresa
Lo scorso martedì è partita ufficialmente la Milano Moda Donna Autunno-Inverno 24 (20-26 febbraio) con un calendario ricchissimo di sfilate e presentazioni. E come ogni anno, ho segnato in agenda le collezioni “da non mancare”: la prima della lista è stata quella di Fendi e del suo direttore creativo Kim Jones, tenutasi il secondo giorno dall’apertura della Settimana in zona Solari.
Nella seconda metà del XIX secolo, nacque un’improvvisa moda di collezionare opere d’arte giapponesi, in particolar modo le stampe ukiyo-e. Con le loro linee curve, i motivi dai colori vibranti contrapposti ad ampi vuoti, la bidimensionalità, divennero presto dei cliché grafici, influenzando artisti di tutto il mondo, tra cui Klimt, Van Gogh e gli Impressionisti francesi.
Ma non fu solo l’arte ad affascinare gli occidentali: lo stile architettonico così diverso dal nostro, semplice ma curato alla perfezione, attirò l’attenzione di innumerevoli architetti e in molti si recarono in Oriente per apprendere le antiche arti di lavorazione del legno con giunture a incastro, grazie ai quali si costruivano interi edifici dall’aspetto così leggero, ma allo stesso tempo fragile da sembrare una vera sfida alle leggi della gravità.
Questo è proprio quello che è successo con la collezione donna autunno-inverno 2024 di Fendi: come il Giappone che, piuttosto che subirne la cultura, ha saputo fare propri i codici occidentali prendendoli e reinterpretandoli sulla base delle proprie necessità quotidiane e principi estetici, così Kim Jones ha preso stilemi che conosce perfettamente – quelli occidentali e orientali – e li ha adattati estremizzando l’attenzione al dettaglio e la contrapposizione degli opposti nella ricerca del perfetto equilibrio.
Gli abiti della collezione Fendi mantengono semplicità e minimalismo, con poche decorazioni, ma sono esaltati dalla scelta accurata di materiali e colori naturali. Jeans, lane, cashmere e sete nelle tonalità del piombo, verde scuro e cipria conferiscono un raffinato senso di eleganza e sono capi imprescindibili per la donna Fendi che si prepara a guidare, sicura, questa decodifica.
Ma tornando all’architettura orientale, va notato che oltre agli elementi tradizionali, c’è un concetto aggiuntivo: l’ihyou, o l’elemento sorpresa. Gli architetti giapponesi contemporanei cercano di incorporarlo sempre nei loro progetti perché, a prescindere dalla sua grandezza, scopo, materiale, questo deve essere in grado di destare stupore e mettere in discussione l’idea umana di ciò che è possibile e ciò che non lo è, facendoci scoprire l’ampiezza delle possibilità di esperienza che l’uomo ha nel proprio ambiente.
E l’elemento sorpresa di questa sfilata sono gli accessori: le pouch più ampie del solito nei toni caldi e intensi sono lì pronte a “scaldare” non solo l’allure degli abiti, ma la vista e l’intera location, in cui tendaggi drappeggiati di colori tenui, creano un senso di infinite loop, uno spazio infinito di profondità estetica in cui le modelle, la passerella e tutti gli ospiti, sulle note di “Shinzo No Tobira” di Mariah, sono totalmente avvolti e sospesi.
Aggiornato il 22 febbraio 2024 alle ore 15:25