Come a Mosca e a San Pietroburgo, anche a Milano alcuni cittadini hanno deciso di omaggiare la memoria di Alexei Navalny. Sono tre giorni che alla famiglia del dissidente viene negato l'accesso alla salma, mentre il regime sta indagando sulla morte dell'individuo. Nella capitale lombarda, 12 persone hanno deposto alcuni fiori sotto la targa di Anna Politkovskaja, vicino alla stazione Garibaldi. La donna è passata alla storia per i suoi reportage sulla seconda guerra cecena e per aver criticato aspramente – ed apertamente – il Governo di Vladimir Putin e l’esercito del Cremlino. Per aver messo luce sul mancato rispetto dello stato di diritto e dei diritti civili da parte di Mosca, Politovskaja è stata assassinata il 7 ottobre 2006, mentre stava tornando a casa.
Successivamente, quella dozzina di persone che ha portato l’estremo saluto al dissidente russo, è stata identificata dalle forze dell’ordine. Nello specifico, è stata una pattuglia della Digos – che era diretta in un’altra zona di Milano – a fermare le 12 persone che si erano riunite a due passi da corso Como. Gli agenti, stando alla ricostruzione dell’agenzia Askanews, sarebbero rimasti incuriositi dal gruppo insolito che si era formato nei giardini dedicati ad Anna Poltovskaja. Inoltre, la questura di Milano, che sapeva del presidio per la memoria di Navalny, non avrebbe ritenuto necessario alcun dispositivo di ordine pubblico.
“L’identificazione delle persone é una operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio, il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza”, ha spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, commentando l’iniziativa presa dalla Digos riguardo ai 12 cittadini che stavano omaggiando il dissidente russo in centro a Milano. Ma il senatore dem Filippo Sensi ha già deciso che nelle prossime ore il Partito democratico depositerà “un’interpellanza al ministro dell’Interno sui dettagli e sulle ragioni dell’identificazione dei manifestanti che volevano onorarne la memoria (di Navalny, ndr.) sotto la targa di Anna Politkovskaya a Milano. L’obiettivo è avere risposte in Parlamento il più presto possibile”, ha concluso il senatore. “É capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale”, ha sottolineato il Piantedosi, chiudendo l’argomento.
Aggiornato il 19 febbraio 2024 alle ore 18:08