“Sapevo di correre dei rischi con il mio cuore speciale, un cuore a metà, ma sono molto determinata e desideravo tanto essere madre”. A parlare è una donna, nata 36 anni fa con il cuore senza un ventricolo, diventata mamma di due gemelli, un maschietto e una femminuccia. La storia giunge da Roma: fondamentale, oltre alla caparbietà della giovane, il lavoro degli specialisti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù – che l’hanno assistita sin da bambina per la grave cardiopatia congenita – e del Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, dove è stato eseguito il parto cesareo. “Sapevo di correre tanti rischi con il mio cuore a metà, ma volevo diventare mamma. La nascita dei gemelli è stata un’emozione indescrivibile”.
Come segnalato in una nota dal Bambino Gesù, “la mamma dei gemellini è nata con il cuore privo del ventricolo destro, la porzione di muscolo cardiaco che spinge il sangue verso i polmoni per ossigenarsi. Si tratta – viene spiegato – di una cardiopatia congenita complessa che richiede una serie di interventi correttivi entro i primi anni di vita. Nel caso specifico, la paziente del Bambino Gesù è stata sottoposta all’età di 4 anni a un’unica operazione per costruire un sistema di circolazione alternativo, detto di Fontan, che porta il sangue dalle vene cave direttamente ai polmoni, senza passare per il cuore. Questa condizione sottopone l’organismo a un costante superlavoro: la circolazione sostenuta da un solo ventricolo richiede, infatti, terapie e controlli serrati per tutto l’arco della vita; nel 5% dei casi si arriva al trapianto”.
Al Bambino Gesù, peraltro, è presente squadra di specialisti che si prende cura, per continuità terapeutica, “di bambini con una malattia del cuore diventati maggiorenni. Grazie ai progressi della cardiochirurgia pediatrica, gli adulti nati con una cardiopatia (identificati con l’acronimo Achd, Adults with Congenital Heart Disease) oggi sono sempre più numerosi. Pur tenendo sotto controllo la malattia, non possono considerarsi del tutto guariti. Per questo motivo necessitano di un’assistenza specifica”. Nell’ambito di questa attività, esiste da tempo “un gruppo multidisciplinare delle due Istituzioni chiamato Guch (Grown Up Congenital Heart) che si occupa della gestione delle gravidanze delle pazienti cardiopatiche (tramite incontri pre e post concezionali e documenti clinico-assistenziali condivisi), della programmazione del parto (timing e modalità) e del follow-up post gravidanza. Del Gruppo fanno parte l’équipe dell’Unità Operativa di Cardiologia del Congenito Adulto dell’ospedale Bambino Gesù guidata dal dottor Gianfranco Butera, insieme al team di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale diretto dal prof. Leonardo Caforio; per l’Università cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Ircss il gruppo di cardiologi è coordinato dai professori Massimo Massetti e Antonio Amodeo e il gruppo dei ginecologi dal professor Antonio Lanzone”.
“In questa avventura – racconta la mamma – sono stata seguita passo dopo passo dai medici del Bambino Gesù e del Policlinico Gemelli. Grazie a loro ho avuto una gravidanza e un parto bellissimi e la nascita dei miei bambini è stata un’emozione indescrivibile. Alle donne che vivono la mia stessa situazione vorrei dire di non avere paura e di affidarsi a centri specializzati per realizzare il sogno della maternità”.
Aggiornato il 14 febbraio 2024 alle ore 17:33