Per il nostro Paese non si registra alcun progresso. Rispetto all’Indice di percezione della corruzione, l’Italia si trova al 42° posto nella classifica globale dei 180 Paesi presi in esame. Al 17° posto tra i 27 dell’Unione europea. Al Belpaese viene confermato il punteggio di 56 del Cpi elaborato da Transparency International per l’anno 2023. Michele Calleri, presidente di Transparency International Italia ha dichiarato che “il consolidamento del punteggio del nostro Paese nel Cpi 2023 conferma l’Italia nel gruppo dei Paesi europei più impegnati sul fronte della trasparenza e del contrasto alla corruzione. Un risultato che è anche frutto dell’applicazione di alcune misure normative adottate in materia di Whistleblowing e di appalti pubblici”. L’Indice di percezione della corruzione elaborato annualmente da Transparency International classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico, attraverso l’impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti ad un pubblico di esperti. Il punteggio finale è determinato in base ad una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita).
“In un tempo in cui le guerre e gli altri conflitti internazionali si incancreniscono, pregiudicando i commerci e le normali migrazioni, qualcuno potrebbe pensare che, allora, la corruzione sia tollerabile e che i controlli possano attenuarsi, ma sbaglia – ha aggiunto Michele Calleri – la corruzione nuoce all’economia e mortifica l’integrità delle persone, in ogni epoca e in ogni contesto. Occorre che la politica e i governi mantengano in cima alla loro agenda i temi della trasparenza e della lotta alla corruzione”. “In Italia, ad oggi, rimangono aperte alcune questioni che continuano ad incidere negativamente sulla capacità del nostro sistema di prevenzione della corruzione nel settore pubblico – si legge nella nota di Transparency International Italia – dalle carenze normative che regolano il tema del conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, alla mancanza di una disciplina in materia di lobbying ed alla recente sospensione del registro dei titolari effettivi per arginare il fenomeno dell’antiriciclaggio”.
La Danimarca rimane al vertice con 90 punti dei Paesi con il più basso livello di percezione della corruzione. È quanto emerge dall’edizione 2023 dell’Indice di percezione della corruzione (Cpi) elaborato da Transparency International. Segue la classifica la Finlandia con 87 punti, la Nuova Zelanda con 85, la Norvegia con 84 punti, Singapore (83 punti) 82 Svezia e Svizzera entrambi a 82 punti. In coda alla classifica troviamo la Somalia con 11 punti, il Venezuela, la Siria e il Sud Sudan con 13 punti, e lo Yemen con 16 punti. Se l’Europa occidentale mantiene il punteggio più alto (65), l’Africa sub-sahariana (33 punti) e l’Europa dell’Est e l’Asia centrale (35 punti) sono le aree mondiali con il punteggio più basso. La media globale rimane invariata per il dodicesimo anno consecutivo: nell’ultimo decennio, 28 Paesi hanno compiuto progressi significativi, mentre 35 hanno subito un peggioramento.
Aggiornato il 30 gennaio 2024 alle ore 16:13