Fleximan e le ingiustizie quotidiane

Fleximan prima o poi sarà acciuffato (uno è stato individuato in Piemonte, ndr) e sarà chiamato a rispondere dei reati che ha compiuto. Premettiamo che abbattere i velox è sbagliato, oltre a essere un atto violento e contro la legge. Quindi si tratta di un gesto sconsiderato da condannare in maniera tombale e senza aggiungere altro. Ma non renderemmo giustizia ai fatti, se non ci impegnassimo ad analizzare cosa induca una persona (o un gruppo di persone) a uscire di casa nottetempo, sfidare le forze dell’ordine e compiere atti che potrebbero costare veramente cari.

Non facciamo le fighette tutte belle pettinate e politicamente corrette: ammettiamo onestamente che si chiama esasperazione e sfiducia verso le istituzioni quel sentimento che induce una persona a segare 15 velox. A tutti noi capita di trovare alcuni rilevatori di velocità che gridano vendetta, piazzati in strade di scorrimento e con limiti assolutamente anacronistici. Una vera e propria trappola, un vero e proprio tentativo nemmeno troppo mascherato di qualche Comune di fare cassa. E siccome funziona il giochino di fare cassa mettendo un limite di velocità assurdo in un posto in cui non potresti rispettarlo nemmeno se tu andassi a piedi, adesso si inventano pure le città “a trenta chilometri orari”. Ma dopo il danno la beffa: se almeno le entrate nelle casse pubbliche fossero “immorali”, mentre le uscite aggiungessero servizi, sostegno a cittadini, imprese, svantaggiati e poveri cristi, il povero suddito vessato dal velox potrebbe farsene una ragione. Ma non è così. E quindi in questo modo non si capisce se sia più brigante il tagliatore di velox o il somaro che amministra la spesa pubblica, sprecando denaro sottratto con un sistema vessatorio.

Questo non scusa per nessuna ragione il potatore seriale di telecamere, ma accende un faro sulla sensazione di profonda ingiustizia che avverte il cittadino comune che si trovi a ricevere una contestazione per un limite di velocità a 30 chilometri orari in discesa, su una strada a scorrimento e deve pagare dopo aver percorso una mulattiera piena di buche che non viene mai manutenuta. Gli intellettualoni lo definiranno un discorso terra terra ma è questo ciò che passa nella testa del cittadino comune (Fleximan compreso). Chi vuole continuare a cianciare di massimi sistemi si accomodi pure alle riunioni del Partito democratico e giochi a sentirsi migliore.

Mutatis mutandis, è la stessa storia di chi punta il dito contro coloro i quali per vedere il calcio comprano il cosiddetto pezzotto: una mascalzonata per la quale è prevista giustamente una pena severissima. Ciononostante, ci domandiamo ugualmente se sia più mariuolo colui che ricorre a questa furfanteria o coloro i quali per consentirti di vedere il calcio ti chiedono di pagare quattro o cinque piattaforme televisive costose e di bassissima qualità. È chiaro che chi voglia vedere lo sport nazionale abbia un solo modo per farlo lecitamente, ma è altrettanto chiaro che lo spezzatino su tante piattaforme è un furto (perfettamente legale). A volte dirsi la verità è più utile che fare il giochino di quelli che si indignano o si scandalizzano.

Aggiornato il 29 gennaio 2024 alle ore 09:26