Un Paese per vecchi

“Al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia conta 58.997.201 residenti. Rispetto al 2021 si registra una flessione pari a -32.932 individui, a sintesi di un calo significativo dovuto a una dinamica demografica ancora negativa pari a -179.416 persone e di un recupero censuario pari a + 146.484 persone”.

Questa la fotografia scattata dall’Istat. La diminuzione delle nascite è causata, sostanzialmente, da un calo della popolazione femminile in quelle fasce d’età ritenute, convenzionalmente, riproduttive, cioè dai 15 ai 49 anni. A ciò si aggiunge la continua diminuzione della fecondità. Dati alla mano, nel 2022 il numero medio di figli per donna è 1,24. Un valore, questo, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente (1,25) e, per la cronaca, in linea con il trend decrescente in atto dal 2010. L’età media al parto resta stabile rispetto al 2021: a 32,4 anni. L’età media alla nascita del primo figlio è attestata a 31,6 anni.

“A differenza del 2021, nel 2022 l’impatto censuario è positivo su tutto il territorio – si legge in una nota dell’Istat – in particolare, è pari al +0,3 per cento nell’Italia nord-occidentale, centrale e meridionale, rispettivamente 41mila, 30mila e 34mila unità in più conteggiate come abitualmente dimoranti rispetto alla popolazione provvisoria calcolata al 31 dicembre 2022, e al +0,2 per cento nell’Italia nord-orientale e insulare, rispettivamente 26mila e 15mila unità in più”.

La flessione della popolazione, secondo l’Istituto nazionale di statistica, “si mantiene contenuta grazie alla dinamica positiva della popolazione straniera. Gli stranieri censiti sono 5.141.341 (+2,2 per cento rispetto al 2021), con un’incidenza sulla popolazione residente dell’8,7 per cento. In totale, la differenza tra sotto-copertura e sovra-copertura anagrafiche individuate sulla base dei segnali di vita amministrativi per la popolazione straniera è positiva e pari a 343.678 individui”.

Aggiornato il 18 dicembre 2023 alle ore 16:59