Quasi tremila morti in dieci anni provocati da chi guida senza patente

Numeri che fanno rabbrividire. Tra il 2013 e il 2022 ammontano a 2.967 le persone decedute per mano di conducenti privi di patente. I feriti sono 53.051. Il 2022 è l’annus horribilis: 342 morti e 7568 feriti. Ovvero quasi 100 in più rispetto al 2019. “Ci sarebbe da interrogarsi sul perché”. Questo quanto segnalato, in una nota, dall’ufficio studi Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale), che – incrociando i dati Istat – scatta la fotografia delle vittime e dei feriti sulle strade italiane, “provocati da conducenti senza patente, perché mai conseguita, oppure perché gli era stata revocata o sospesa. Va ricordato che da marzo 2016, tale ipotesi è divenuta aggravante nell’omicidio stradale e nel reato di lesioni personali stradali”. E ancora: “In pratica, dai soli incidenti con conseguenze alle persone emergerebbe che il 10 per cento delle auto circolanti hanno alla guida un conducente privo di patente perché ritirata, sospesa, o mai conseguita. Un fenomeno perciò in crescita, nonostante la legge numero 41/2016 abbia introdotto la guida senza patente come aggravante dell’omicidio stradale e delle lesioni personali stradali”.

Asaps, a seguire, ricorda: “Le sanzioni previste per la semplice guida senza patente ammontano da 5.100 a 30.599 euro (pagamento entro cinque giorni scontato del 30 per cento, 3.570 euro), con il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi, grazie alle norme sulla depenalizzazione del gennaio 2016. Solo se si è colti nuovamente alla guida senza patente nel biennio, per cui con la recidiva, scatta la denuncia penale che può portare alla sanzione dell’arresto fino ad un anno e alla confisca del veicolo”. E ancora: “Nei confronti del proprietario del veicolo o di chiunque abbia la materiale disponibilità dello stesso, salvo che la circolazione sia avvenuta contro la sua volontà, verrà contestato l’incauto affidamento che prevede una sanzione amministrativa da 397 a 1.592 euro”. Con l’aggiunta: “A oggi non esiste una banca-dati delle violazioni tra tutti gli organi di polizia stradale. Ad esempio, le Polizie locali non accedono allo Sdi del Ministero dell’Interno, dove vengono inserite anche queste violazioni, e pertanto una eventuale seconda sanzione per guida senza patente nel biennio contestata da altro organo che non sia il primo, quasi mai vedrà scattare la notizia di reato in Procura. Una depenalizzazione voluta dal legislatore nel 2016, con effetti deflattivi sui procedimenti penali, ma che sta portando ad un preoccupante aumento dei casi”.

Giordano Biserni, presidente Asaps-Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale di Forlì, commenta: “Il tema degli omicidi stradali provocati da conducenti privi di patente torna alla ribalta dopo gravi e recenti incidenti in cui hanno perso la vita ragazzi, ma è più ampio perché riguarda anche la semplice circolazione di soggetti privi del titolo di guida e dovrà essere valutato in generale dal legislatore nei lavori parlamentari per la riforma del codice della strada ora all’esame della commissione Trasporti alla Camera dei deputati. Va ricordato che nel 1999 – osserva – la norma fu depenalizzata e nel 2007 tornò ad essere reato, a causa dei dati molto negativi degli incidenti in Italia. Poi nuova retromarcia nel 2016, con il ritorno alle sanzioni amministrative e a violazioni penali solo in caso di recidiva. Se i processi sono diminuiti, i dati del 2022 – i peggiori del decennio – ci devono preoccupare, anche per le fughe dopo incidente stradale con molti pirati privi di patente che lasciano le vittime a terra senza prestare soccorso, e le statistiche ci dicono che molti erano stranieri, anche con casi di minorenni alla guida”.

Aggiornato il 28 novembre 2023 alle ore 17:06