È dall’alba dei tempi che l’essere umano cerca l’equilibrio perfetto tra ozio e negozio. Gli italiani, per conciliare il lavoro con la vita privata, sarebbero in gran parte propensi a guadagnare di meno in cambio di un giorno libero in più. Secondo un recente sondaggio di Assirm per Confindustria Intellect, il 55 per cento degli abitanti dello Stivale approverebbe l’introduzione della settimana corta. Tra i giovani nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, la percentuale cresce fino al 62 per cento degli intervistati. Questa modalità di lavoro è stata ormai sdoganata in diversi Paesi europei, e nel Belpaese è solo ora oggetto di proposta di legge. Una rivoluzione della vita di tutti i giorni.
Lo studio dell’Associazione, denominato La nuova relazione con il mondo del lavoro, presenterà – in occasione del decimo Market Research Forum di Milano – la profonda evoluzione del settore impiego, che è stata accelerata negli ultimi dalle conseguenze della pandemia da Covid. Il 63 per cento degli intervistati ha affermato di avere nuove attese e aspettative nei confronti del lavoro, percentuale che sale al 70 per cento nella fascia 25-34 e addirittura al 77 per cento fra i neo-lavoratori (di età compresa fra i 18 e i 24 anni). “Nel mondo del lavoro confluiscono oggi, più che in passato, approcci differenti per attitudine e per senso ricercato”, ha spiegato Matteo Lucchi, presidente di Assirm. “Questo rappresenta di per sé una complessità da gestire – ha aggiunto l’esperto – ma anche un elemento di arricchimento, variabilità e quindi un’intrinseca risorsa, un elemento per differenziare e potenziare i contesti aziendali e istituzionali a fronte di acquisite nuove consapevolezze”.
Se dai più giovani la flessibilità e lo smart working sono visti come prerogative necessarie, quasi scontate, per sottoscrivere un contratto di lavoro, i più “navigati” le vivono invece come un benefit che sta diventando sempre più centrale (soprattutto nel settore terziario). Ma le persone in genere cercano una buona retribuzione (61 per cento) – priorità assoluta per le fasce di età 24-35 e 35-44 anni – un trattamento equo nei confronti dei dipendenti (58 per cento) e un contesto di lavoro piacevole e stimolante (58 per cento). Tra i lavoratori, infine, l’insoddisfazione nasce principalmente dalla retribuzione non sempre all’altezza del ruolo ricoperto (38 per cento dei casi) e dallo stress (26 per cento dei casi).
Aggiornato il 20 novembre 2023 alle ore 16:44