Trentasette anni, algerino, al controllo degli agenti – nel corso di un servizio predisposto dal questore di Milano, Giuseppe Petronzi, sulle metropolitane – ha mostrato una certa di aggressività. Non solo. Ha gridato “Allah Akbar” e avrebbe provato a prendere dallo zaino un coltello (lama di 12 centimetri). L’uomo è stato arrestato: era destinatario di un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica. I poliziotti della Digos hanno scoperto che il 37enne era ricercato in Algeria, poiché ritenuto – dal 2015 – appartenente alle milizie dello Stato islamico. L’episodio è avvenuto il 29 agosto nella stazione di Cadorna, ma è stato reso noto solo oggi. Sarà estradato il 22 novembre. Senza fissa dimora, non aveva documenti con sé. Ha dato il consenso all’estradizione. “Mi piace l’Italia, ci vivo da un anno”: queste le parole dell’uomo, che si è presentato come “ambulante di ricariche telefoniche” nell’udienza del procedimento per l’estradizione, davanti alla quinta penale d’Appello.
“Grazie alle Forze dell’ordine e avanti così, inseguiamoli uno per uno e rispediamoli a casa”: questo il commento sulle sue pagine social da parte del vicepremier, Matteo Salvini. Che ha proseguito: “Ricercato in Algeria, aveva un coltello nello zaino, ha provato ad aggredire i poliziotti e alla fine ha gridato Allah Akbar”. “Ho sentito, bene. Non ho parlato con prefetto e questore, ero in giunta e mi pare un’ottima cosa” ha riferito il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Bicocca, circa l’arresto dell’algerino.
“Ringrazio il questore di Milano, la Digos e gli agenti di Polizia per l’arresto di un algerino ricercato per associazione terroristica nella metropolitana di Milano” ha affermato Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della commissione Affari costituzionali alla Camera ed ex vicesindaco di Milano. “A Milano ci sono circa 150mila musulmani – ha insistito – costoro, che si radunano nelle moschee della città, e solo nella nostra ce ne sono 12 abusive, chi li controlla? Chi verifica ciò che fanno nei loro luoghi di culto e quello che dicono gli imam nei sermoni? Bisogna tenere alta la guardia, dato anche il delicato momento mondiale che stiamo vivendo”.
Aggiornato il 09 novembre 2023 alle ore 16:27