#Albait. Nuovo appuntamento settimanale

Anche se” in tedesco o “casa” in arabo. Ma anche “alba italiana”. O forse altro ancora. La scelta è di chi legge. I significati vanno tutti bene. “Anche se” sarebbe perfetto come incipit italico. Perfetto per scrivere di sinistra rivoluzionaria o destra di governo, indifferentemente. In queste righe invece parleremo di futuro.

Il futuro sociale e politico è non conoscibile, ma come per le mode, possiamo proporlo, costruirlo, immaginarlo. Questa è un’attività dimenticata dai più. È anche la base per un’idea di progresso, di crescita, di maggiori soddisfazioni personali, economiche, di un mondo che va reso nuovamente comprensibile, senza le paralisi pseudo culturali del tollerantismo strumentale.

Cominciamo a scrivere con l’attacco di Hamas a Israele appena perpetrato. E abbiamo subito l’esempio perfetto di come la retorica democratica sia schiaffeggiata da chi pretende il ritorno alla legge del più forte. Centinaia di ragazzi si riuniscono vicino al confine con Gaza per fare festa e chiedere pace. Uomini di Hamas piombano sulla festa e violentano le ragazze, uccidono i ragazzi e rapiscono chi resta. Tra i commenti del peggio dell’Occidente, in mezzo a quella massa di quasi avvocaticchi da mezza tacca che si danno un tono da politici di razza senza pedigree, leggiamo che “è violento andare a festeggiare vicino a chi vive in un campo di concentramento qual è Gaza”.

Insomma, quei ragazzi sono colpevoli perché volevano perorare la pace ballando. I beneficiati dall’idea di solidarietà di quei ragazzi gaudenti si sono risentiti e li hanno ammazzati, dopo lo stupro eventuale. Poi, per definire bene il campo, hanno continuato a chiamare le donne, anche quelle ammazzate e disarticolate, p...tane.

Un signore pronto per la pensione ha parlato di mondo al contrario. No, si tratta di un mondo confuso, incapace di vedere il mondo e di capire che non si vive solo di bestioline domestiche e critica a Israele perché un giorno, da bambino, uno zio fasciocomunista ha raccontato confusamente che gli ebrei volevano controllare il mondo. E invece, i capitoli di storia sulla cacciata dei moriscos, sulle persecuzioni degli ebrei e poi dei marrani, della povertà estrema degli israeliti perché il diritto scritto non riconosceva loro alcun diritto non li ha letti nessuno. Resta solo il ricordo del racconto dello zio che mi prenderò la responsabilità di definire scemo.

Anche nell’affrontare il tema della guerra siamo inadeguati. La ragione c’è e non è riferita al buonismo, ma alla capacità di vedere e interpretare i fatti. E questa incapacità si deve all’assenza di un parametro di riferimento, un’aspirazione per il futuro. Se non vedo alcun futuro felice, non avrò niente da difendere, tranne la pigrizia e la memoria dello zio scemo, che era tanto simpatico perché sapeva qualche barzelletta.

Beh, questa assenza di futuro rende molta parte dei nostri vicini di bus, bar e pub scemi come lo zio. E diciamola tutta, anche un bel po’ responsabili dei massacri terroristici che in troppi analizzano con la serenità di chi parla della stranezza di comportamento di qualche popolazione esotica, come i cannibali di Bali (ben lontani da Barletta, ndA).

In questa rubrica, che mi sforzerò di mantenere almeno settimanale, il futuro sarà molto presente. Come la solidarietà a Israele e la totale convinzione che l’Ucraina vada aiutata, per difendere il futuro degli Italiani e degli Europei.

Ci troviamo presto qui per affrontare tutti questi argomenti.

Aggiornato il 12 ottobre 2023 alle ore 11:43