L’ospite di questa settimana di “Medicina a Km 0” è il dottor Enrico Girardi, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive (Inmi), Lazzaro Spallanzani di Roma. Non è una new entry dell’Istituto di ricerca, ma da fine agosto ricopre tale ruolo.
Dalla ricerca deriva l’innovazione. Non ci può essere miglioramento della società se il suo potenziamento non porta benessere alla popolazione. L’Italia fa meno investimenti nella ricerca rispetto agli altri Paesi del mondo, anche la penuria di ricercatori fa la sua parte. I numeri parlano chiaro: 6,3 ricercatori ogni mille occupati; la media europea è di 8,9. In Europa vengono rilasciati 0,8 diplomi di dottorato ogni mille abitanti fra i 25 e i 34 anni; in Italia ci fermiamo allo 0,6.
Nel nostro Paese gli studenti di dottorato sono meno di 30mila; sono 66mila in Francia, 90mila in Spagna e 200mila in Germania. Gli stranieri iscritti al dottorato di ricerca in Italia sono il 15,6 per cento a fronte della media europea del 18,3 per cento. Nonostante questi numeri diano parecchio da pensare, nel nostro Paese si riesce a raggiungere ugualmente l’eccellenza. Nei laboratori dello Spallanzani, ad esempio, è stata isolata la sequenza del Coronavirus poco dopo la diagnosi della malattia.
Il dottor Girardi, nel video all’interno, spiega i motivi per cui siamo in coda anche in merito ai progetti di ricerca e perché, di conseguenza, siamo poco attrattivi per svolgere ricerca. Stipendi bassi e infrastrutture deboli non sono d’aiuto. Sappiamo oggi più di ieri, però, quanto siano fondamentali la sanità e la ricerca in un Paese moderno.
Aggiornato il 20 settembre 2023 alle ore 17:06