Il “metodo Caivano” per Tor Bella Monaca

Gli spari in pieno pomeriggio, vicino un’area giochi. Daniele Di Giacomo, 38 anni, stava salendo su un Suv quando viene raggiunto da almeno quattro colpi di pistola. L’uomo viene freddato davanti alla fidanzata, 26 anni, ferita a una gamba e poi trasportata al Policlinico di Tor Vergata. Il tutto avviene a pochi passi da residenti e passanti, in via Paolo Ferdinando Quaglia. Il movente, secondo una pista seguita da chi indaga, sarebbe legato alla gelosia. Gli investigatori della Squadra Mobile si mettono subito sulle tracce del presunto killer.

Nella mattinata odierna, intanto, 100 carabinieri del Gruppo e della Compagnia di Frascati con quelli della Stazione di Tor Bella Monaca, con unità cinofile del Nucleo carabinieri di Santa Maria di Galeria, un elicottero, insieme al personale tecnico delle società Acea Ato-2, Areti e Italgas effettuano un controllo straordinario nel quartiere romano. L’attività rientra nell’ambito di un più ampio piano strategico pianificato dal Comando provinciale dell’Arma per prevenire e reprimere reati in materia di stupefacenti, armi, di natura predatoria. Oltre a contrastare situazioni di degrado, abusivismo e illegalità, in linea con l’azione fortemente voluta dal prefetto, Lamberto Giannini. Eppure, Nicola Franco – presidente del Municipio VI, minisindaco (l’unico di centrodestra tra i territori di Roma) che governa un’ampia area, dove ricade pure il luogo in cui è registrato questo ennesimo fatto di sangue – urla tutta la sua rabbia. E invoca il “metodo Caivano” anche per Torbella.

Contattato dall’Opinione, Franco fa il punto della situazione. Nel 1993 è eletto consigliere per la prima volta. E adesso presenta un conto che è decisamente salato: “Ieri è stata una giornata intensa e difficile – racconta – la mattina una persona, a Torrenova, si è barricata con un coltello all’interno degli uffici della Asl Roma 2, seminando il panico tra utenti e personale. Grazie agli agenti e al mio personale intervento ha deciso di desistere e consegnare l’arma. Per me è stato un momento duro, non mi era mai capitato in vita mia di fare il mediatore. Un intervento terminato intorno alle 16, la signora si era barricata dalle 9. Dopodiché – va avanti – mi è arrivata la notizia dell’omicidio”.

Per Franco, però, è giunto il momento di dire basta: “Pochi giorni fa un prete, don Antonio Coluccia, viene aggredito durante la passeggiata della legalità, in via dell’Archeologia. A seguire, durante una operazione di decoro, Maricetta Tirrito, volontaria da sempre impegnata nel sociale, è ferita da una bottiglia di vetro mentre ripuliva una via dello spaccio. Ieri si spara in pieno pomeriggio, a pochi metri dall’area giochi dove ci sono bambini. La misura è colma. Ci sono clan della criminalità: non lo dico io, ma la Dia. Allora domando: cosa altro deve accadere per far capire che qui c’è bisogno di una attenzione particolare rispetto all’intera città di Roma?”.

E quali potrebbero essere delle soluzioni da mettere in campo? “Ho chiesto di impiantare il metodo Caivano anche qui. Nel Comune campano, dopo tutti gli episodi che sono accaduti, c’è stata una implementazione delle forze dell’ordine. E a noi serve una maggiore presenza in tal senso. Stamani ero presente nel corso dell’operazione ad Alto Impatto dei carabinieri. Tutto giusto, va benissimo. L’ennesimo episodio di violenza di ieri pomeriggio – prosegue – peraltro consumatosi davanti a numerosi cittadini, non fermerà il nostro impegno di ripristinare la legalità in uno dei quartieri più difficili e disagiati della città. Non dobbiamo essere lasciati soli proprio in questo momento. Anche in questo quartiere – confessa – ci aspettiamo risposte continue da parte dello Stato, proprio come sta accadendo in Campania”.

E rimarca: “Serve una presenza capillare e assidua. Capisco che non ci siano i tempi per nuove assunzioni o per costruire nuove caserme, allora bisogna dislocare il personale attualmente in forza. Anche perché quanto ci costano operazioni con 400-500 agenti che durano una mattinata? Inoltre – insiste – c’è l’altra parte dello Stato che ci deve aiutare. Perché il VI Municipio è una sorta di casa circondariale all’aperto, se contiamo tutti i soggetti che attualmente sono ai domiciliari. Chi gestisce la piazza dello spaccio, se viene punito con gli arresti domiciliari, molto probabilmente torna a operare, in qualche modo, con quella piazza. Più giusto, penso, che questi individui vengano collocati fuori dalla regione o dalla città metropolitana. Bisogna estirpare la malapianta presente sul territorio. Sennò quando ripuliamo e quando ci riappropriamo degli spazi che ci hanno tolto?”.

Una “rieducazione” nelle zone franche? Il minisindaco osserva: “Ci spero”. Però aggiunge: “È un percorso lungo, non si rieduca così una società. C’è un problema sociale e di generazioni, vanno cambiate le mentalità. Innanzitutto, vanno coinvolte tutte le forze sane del territorio. Domani alle 9, per esempio, organizziamo insieme all’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio la Carovana della legalità e del decoro, con l’obiettivo di occupare una grande piazza di spaccio”. Un appuntamento, questo, allestito in via Santa Rita da Cascia a poca distanza da dove è avvenuto l’omicidio di giovedì. “La Carovana vedrà la partecipazione, oltre al Municipio e a Tor Più Bella, dell’infaticabile prete antispaccio don Coluccia, di associazioni di quartiere, Croce Rossa, Ama, Servizio giardini, Protezione civile e tanti cittadini volontari, tutti impegnati nell’opera di pulizia di questo territorio. Ad accompagnarci ci saranno le forze di polizia, che presidieranno il territorio”. Secondo Franco, “legalità e decoro devono andare di pari passo: per tutto il tempo che occuperemo noi la piazza di spaccio, lo smercio di droga sarà infatti interrotto, grazie anche alle forze dell’ordine che saranno con noi. Inizieremo dall’area cani e dal bocciodromo. Ogni sabato andremo in una piazza di spaccio diversa, con l’obiettivo di portare il bello dove oggi c’è solo il brutto.

Alla domanda se si ritiene un personaggio scomodo, il presidente del Municipio VI ammette: “Se devo essere scomodo alla criminalità, allora dico sì. Non vorrei essere scomodo, invece, agli occhi della politica. Noi – sottolinea – ci impegniamo in prima persona in un territorio difficile, con un alto tasso di criminalità. La politica non può dividersi sul tema della legalità o della tutela di un territorio seppur importante, dal punto di vista archeologico. Io critico – dichiara – chi, da dietro una scrivania, dice sì, questi provvedimenti vanno bene, ma serve più cultura, più sociale. Ma parlando di un territorio come questo – termina – dove ci sono clan legati alla criminalità, non possiamo pensare di andare lì solo con un libro in mano. Bisogna essere realisti. Il libro va bene, è uno degli strumenti che deve camminare di pari passo in un disegno più ampio. Ci vorrebbe, forse, un libro del codice penale. Ma da far rispettare. È logico che cultura e sociale servano, ma di fronte alla criminalità non possiamo restare in attesa che la gente cambi mentalità. Qui è necessaria una risposta immediata. Ed è fondamentale anche il ruolo dell’informazione: se i riflettori sono accesi, c’è maggiore attenzione”.

IL BLITZ DEI CARABINIERI

Decine le perquisizioni eseguite oggi nel blitz registrato a Tor Bella Monaca. Un uomo viene arrestato e un altro denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: sequestrati 100 grammi di hashish e circa mille euro in contanti. Centoquarantaquattro appartamenti di proprietà del Comune di Roma sono controllati dai militari dell’Arma in via Santa Rita da Cascia, per arginare il fenomeno delle occupazioni abusive e degli allacci illeciti alle reti di distribuzione delle utenze di luce, acqua e gas.

Scoperti otto allacci abusivi alla rete elettrica e a quella della distribuzione del gas: gli occupanti degli alloggi interessati sono denunciati per furto. Da segnalare che, con l’ausilio del personale tecnico delle società di distribuzione, gli allacci abusivi vengono immediatamente rimossi e viene data comunicazione all’Amministrazione comunale.

Le attività, organizzate d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, “mirano a fornire risposte sollecite a situazioni complesse – si legge in una nota dei carabinieri – che destano preoccupazione e allarme sociale, per affermare i valori della legalità e garantire sempre maggiori condizioni di sicurezza ai cittadini”. Nel corso dell’attività di controllo vengono pure individuate cinque automobili abbandonate, nel frattempo rimosse, su cui sono in corso accertamenti per risalire alla loro provenienza e verificare le coperture assicurative. In totale, ammontano a circa 250 i mezzi e 160 le persone controllate.

LE PAROLE DEL SINDACO GUALTIERI

“Abbiamo considerato Tor Bella Monaca, come altri quartieri, una priorità assoluta, e deve esserlo anche per lo Stato” sostiene il sindaco capitolino Roberto Gualtieri. Che nel corso del programma Gli Inascoltabili, su Radio Sound Roma, precisa: “A Roma la situazione è molto diversa zona per zona. Guardando le medie si può essere soddisfatti, perché è una città con meno delitti rispetto ad altre capitali, ma ci sono zone in cui c’è un concentrato di criminalità insostenibile”.

 “A Tor Bella Monaca cè una delle piazze di spaccio più grandi dEuropa – rimarca Gualtieri – e questo vale anche per quartieri come il Quarticciolo, dove serve un salto di qualità nell’azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine che va intensificato. Io e il presidente del Municipio, Franco, chiediamo più uomini. Quelli che ci sono, sono persone straordinarie ma di fronte a un concentrato di difficoltà come quello, serve una presenza maggiore. Ma anche dare alternative ai ragazzi, che poi vengono risucchiati nell’illegalità per fare le vedette, e poi entrano nella criminalità. Noi, oltre a sollecitare la presenza costante delle forze dell’ordine, abbiamo lavorato per grandi progetti di rigenerazione urbana. Ce ne è uno da 120 milioni col Pnrr per risanare le abitazioni, portare servizi, luoghi aperti”.

Aggiornato il 15 settembre 2023 alle ore 17:41