Abbandonati, denutriti, picchiati: la storia di due fratellini

Uno 4, l’altro 6 anni. Sono due fratellini. Lo scorso maggio vengono accompagnati al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dalla polizia. Gli agenti li trovano soli, abbandonati, in una zona fuori dal Grande Raccordo Anulare, a Roma. I due piccoli presentano ematomi, cicatrici, segni di denutrizione. La cosa che dicono è una: “Non vogliamo tornare dalla mamma, abbiamo fame, vogliamo il gelato”. Il personale medico li ha seguiti, giorno dopo giorno. Adesso “vivono serenamente in Casa Famiglia e sono adottabili”.

Una vicenda, quella di Pietro e Paolo (nomi di fantasia), che viene raccontata dallo stesso Policlinico: “Grazie all’eccezionale professionalità e competenza del nostro team attivato in tempi strettissimi dalla dottoressa Laura De Vito, medico di Direzione sanitaria, i bambini sono stati immediatamente ricoverati nella Terapia intensiva pediatrica della dottoressa Paola Papoff, dove sono rimasti fino al 17 maggio, per poi essere trasferiti in Gastroenterologia pediatrica seguiti dalla dottoressa Marina Aloi”.

Entrambi i fratellini “presentavano gravi problemi alimentari. La malnutrizione da loro subita era talmente grave che alcuni esami lasciavano pensare, a causa dei residui nello stomaco, che avessero mangiato terra. L’equipe di medici e sanitari attivata intorno a Paolo e Pietro ha lavorato su differenti piani. I neuropsichiatri infantili hanno approfondito l'aspetto neurologico mentre grazie alla dedizione di nutrizionisti, come la dottoressa Isabella Preziosa, e dietisti, come la dottoressa Romina Alberti, è stata creata una dieta personalizzata per ciascuno di loro. Una dieta costantemente aggiornata in base alle loro necessità ed ai loro piccoli ma costanti miglioramenti che, col tempo, ha consentito loro di poter mangiare tutto senza problemi”.

Ogni giorno, Pietro e Paolo “hanno mostrato segni di miglioramento – sottolineano dal Policlinico – se all’inizio evitavano di guardare negli occhi, con il tempo e grazie all'affetto ricevuto, la loro fiducia è cresciuta e si sono lasciati andare anche agli abbracci. Il piccolo Pietro, nonostante avesse 4 anni, all’arrivo in Pronto soccorso non era in grado neppure di camminare. Col tempo e con l’aiuto di fisioterapisti ha imparato a farlo, ad andare sul monopattino e anche a ballare. Il loro percorso di rinascita è stato illuminato dalla generosità dei volontari dell’associazione Arvas, dai tanti regali che hanno ricevuto e dall’enorme affetto di tutti i professionisti sanitari che si sono occupati di loro. Un affetto sterminato, dimostrato ogni giorno da infermieri, medici ed operatori del Policlinico Umberto I che si sono prodigati – ben oltre il loro impegno lavorativo – per far tornare un barlume di serenità e speranza negli occhi dei due piccoli”.

“Anche grazie alla testimonianza di Debora Porfiri, assistente sociale del Policlinico, oltre che all'insieme di indagini svolte dalle autorità competenti che hanno confermato il grave stato di abbandono dei piccoli e di irresponsabilità totale dei genitori, è stata revoca loro la patria potestà. Per i due bambini si è cercata una Casa Famiglia in cui potessero vivere, crescere e divertirsi come dovrebbero fare due bimbi. Il 6 luglio hanno lasciato l’ospedale. Il più grande è andato subito nella nuova Casa, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento in Neurochirurgia pediatrica per ridurre delle raccolte ematiche, causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni”.

La scorsa settimana Paolo e Pietro sono tornati al Policlinico “per una visita di controllo e la loro salute è notevolmente migliorata. Questa è la storia di una lotta e di una rinascita, resa possibile grazie allo spirito di sacrificio, collaborazione e abnegazione al lavoro degli straordinari professionisti del Policlinico Umberto I di Roma”.

Aggiornato il 07 settembre 2023 alle ore 17:00