I Tribunali fanno acqua da tutte le parti

Vai a sapere quale funambolica sceneggiatura ne avrebbero ricavato i quattro fratelli Marx, o i bislacchi “Three Stooges”. O Charlie Chaplin, lo stralunato Buster Keaton, Oliver Hardy e Stan Laurel. Ci avrebbero strappato un sorriso, una risata. A leggere il flash di agenzia c’è invece da essere preda di malinconia e inquietudine. Milano e la Lombardia sono state investite da un inusuale, ma ormai ricorrente uragano, chissà perché battezzato Poppea. Per le forti piogge, tra l’altro, danni anche al Palazzo di giustizia di Milano. Una grossa bolla d’acqua si forma nell’intercapedine tra il pavimento del quarto piano e il soffitto del terzo piano. L’area viene recintata, alcuni funzionari tentano di bucare il rigonfiamento con un lungo bastone: per consentire il deflusso dell’acqua ed evitare un rovinoso cedimento. Il risultato è stato una mini cascata di acqua in uno dei grandi atri dell’edificio.

Altre infiltrazioni nei locali degli uffici Giudici per le indagini preliminari, al settimo piano. Allagati anche alcuni sotterranei. “Incidenti” che si ripetono: nello stesso piano all’indomani di un analogo nubifragio di fine luglio, faldoni inzuppati, computer rovinati e tutti gli immaginabili disagi che un allagamento comporta. “Inconvenienti strutturali”: veterani del Palazzo di giustizia milanese ricordano che un episodio simile si è verificato otto anni. Se Atene piange, Sparta non ride. A fine marzo di quest’anno, a Roma, crolla una porzione di soffitto in una stanza del tribunale. L’incidente, di notte, non provoca feriti. È comunque consistente: un’abbondante porzione del soffitto crolla su armadi, scrivanie, sedie. Il presidente dell’Ordine degli avvocati commenta: “Con amarezza dobbiamo constatare che la Giustizia resta la Cenerentola della spesa pubblica e la mancanza di fondi per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria provoca tutta una serie di incidenti che solo per un caso possiamo definire piccoli”.

Già: fortunatamente il crollo non si è verificato di mattina, con gli uffici in piena attività. Giusto un mese prima Il Messaggero aveva pubblicato un dettagliato reportage di Valeria Di Corrado. L’incipit, un programma:

“Se il buongiorno si vede dal mattino, lo stato in cui versa il tribunale penale di Rona è evidente già varcando la soglia del suo ingresso. Da quasi un mese, ormai, si è staccato un pezzo del soffitto del portico di Piazzale Clodio, per via delle infiltrazioni: una lamiera arrugginita penzola minacciosa come una ghigliottina, mentre l’acqua che gocciola dall’alto ha creato una grossa macchia scura nel pavimento”. Deputati e senatori non farebbero male a predisporre – possibilmente non annunciate – visite a sorpresa nei vari tribunali italiani, per toccare con mano in che concrete condizioni si amministra la Giustizia nei Palazzi della Giustizia. E anche il ministro Carlo Nordio. Sarebbe utile e istruttivo.

Aggiornato il 30 agosto 2023 alle ore 11:11