Il ritorno del perbenismo

Alcuni casi di esibizione del corpo femminile, oggi, stanno dando l’occasione a molti di parlare di fatti banali, paragonandoli ad autentiche piaghe come lo sfruttamento, la violenza contro le donne e via dicendo. A nostro avviso, però, una categoria di persone fornite di moralismo integralista sta prendendo la palla al balzo, per dare per scontato che la loro idea di perbenismo sia quella giusta. E, chi non la condivide, appartiene direttamente ai nuovi balordi fuorviati: stupratori, violenti, maschilisti, gente brutta.

Prendiamo il caso della ragazza in Sardegna, una ventenne animatrice dell’Hotel Voi Colonna Village di Golfo Aranci: sdraiata su un tavolo, a Ferragosto, con del cioccolato spalmato su braccia, gambe e pancia: doveva fare la statuina di cioccolata per scattare alcune foto e – cosa fondamentale – non ci risulta sia stata costretta a farlo. Il Corriere della Sera riporta, senza fare propri commenti, solo le affermazioni di chi ha trovato scandaloso, se non criminale, questo fatto. “Episodio vergognoso, uno schifo”, dice lapidaria Alessandra Todde, deputata nuorese pentastellata. “Un grave errore”, “un episodio che offende tutti (secondo lui) e che mi suscita, francamente, un po’ di vergogna” dice il governatore della Sardegna, Christian Solinas, aggiungendo che era una scena “che non vorrebbe aver mai visto”. Chi nota in una stupidaggine come questa una scena così grave, probabilmente non ha mai visto scene della guerra in Ucraina. Si sono scomodati a fare tanto rumore per nulla anche nomi illustri, come Laura Boldrini. Non solo: in un talk show di Rete 4 addirittura il professor Paolo Crepet si è detto disgustato, al punto da sostenere che, se fosse stato cliente di quell’hotel, avrebbe cambiato struttura.

Lungi da noi contraddire l’illustre professore, che anzi stimiamo e seguiamo spesso, ma ci permettiamo di non condividere con lui tanta severità; piuttosto, ci preoccupa il qualunquismo con cui si paragonano fatti gravissimi, come lo stupro di gruppo di Palermo, a scenette di cui sorridere. Insomma, qualcuno vuol farci credere che una ragazza in costume spalmata di cioccolato sia uno spettacolo aberrante da reprimere, evitare, censurare e fra un po’ punire penalmente. C’è poco da sorridere perché, ancora una volta, le azioni vengono mischiate con malizia. Quando non c’è violenza né fisica né morale, ovvero non c’è costrizione, e non si arriva agli atti osceni (erano al mare e la ragazza non era nuda ma in un normalissimo bikini) non c’è reato e si deve semplicemente valutare l’opportunità della cosa.

E l’opportunità dovrebbe essere decisa dalla maggioranza, non da qualche benpensante che fa l’influencer al contrario. La ventenne spalmata di cioccolato, che non ha certamente trovato aberrante la propria azione, non ha meno diritti di opinione della quattordicenne portata via dal padre, dopo aver definito la scena uno schifo. Lo stesso padre, un manager milanese, ha postato frasi di questo genere: “Come si può permettere che il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia per assecondare l’occhio malizioso di qualcuno?”.

Secondo noi si sta correndo troppo in fretta e nella direzione sbagliata. Nessuno vieterebbe a un ragazzo in costume di spalmarsi addosso della cioccolata per fare una pubblicità e non vediamo perché dovremmo impedirlo a una donna.

Negli anni Sessanta, lo ricordiamo ai più giovani, esisteva una commissione statale composta da un gruppo di “esperti” (!) fra cui un religioso, che si chiamava censura ed era la voce ultima a giudicare un film in uscita, avendo il diritto di vietarne la visione non solo ai minori, ma a tutti! Evidentemente, eravamo ritenuti un popolo di ritardati e alcuni non sanno che la pellicola originale di “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci fu condannata al rogo (e bruciata davvero!) come le streghe del Medioevo. Naturalmente, il produttore consegnò una copia, visto che adesso possiamo vederlo tutti, pure in tivù.

Oggi però è tornata molta confusione: nella trasmissione popolarissima, e non vietata ai minori, di Sanremo, Fedez baciava un uomo, Blanco distruggeva i bellissimi fiori e conduttrici famose mostravano il corpo ricoperto non di cioccolata ma di messaggi tatuati indirizzati alla liberazione delle donne e nessuno ha detto niente. Invece, tutti si sono accaniti contro un’azione come quella di cui parliamo e nessuno ha preso le difese della ragazza al cioccolato, forse un’azione più artistica di tante altre. Che un benpensante esprima le sue opinioni guidato nelle idee da una figlia quattordicenne non ci sorprende, visto il potere attuale dei figli rispetto a un tempo. Ci sorprende, piuttosto, che tutti gli vadano dietro (si è parlato delle dimissioni di tre dirigenti!). L’occhio malizioso di qualcuno, probabilmente, è il suo perché riprende lo stile di grandi moralisti del passato, che condannavano situazioni che dentro di loro li facevano sbavare.

Noi non ci sentiamo di avallare la frase riportata della bambina: “Papà, questo non è un Paese dove potersi realizzare”. Troviamo, al contrario, che un Paese che consente, entro limiti logici (la ragazza era in costume e il volto era pulito) la libertà di espressione offra più possibilità di realizzarsi che altri Stati, dove le donne non si coprono volontariamente di cioccolata, ma vengono ricoperte forzatamente da un burka.

Aggiornato il 30 agosto 2023 alle ore 09:15