Riteniamo il salario minimo un fatto di civiltà perché non è pensabile che ai giorni nostri un lavoratore possa prendere meno di nove euro l’ora. È pur vero di per contro che ogni qual volta lo Stato interviene nell’economia lo deve fare con il garbo di chi è cosciente che ogni azione pubblica implica delle conseguenze economiche e altera il libero mercato. Ciò nonostante riconosciamo che uno Stato ha il compito di costruire la cornice di regole minime entro cui il libero mercato deve muoversi.
Detto questo, al netto dell’alto valore sociale del provvedimento, considerate le mille implicazioni economiche ed ogni considerazione alta e nobile che doverosamente si può fare sul tema, vorremmo occuparci di qualcosa di poco alto, molto poco nobile ma di una concretezza spaventosa, quasi cruda.
Facciamo sommessamente notare che una badante non convivente per persona non autosufficiente (livello Cs da Ccnl) percepisce un compenso orario di 7,79 euro per un massimo di 40 ore settimanali e per un totale di 1250 euro al mese. Se la paga oraria arrivasse a 9 euro, il totale mensile salirebbe a 1450 euro al mese circa. Resta escluso ovviamente dal calcolo tutto il discorso legato alla tredicesima mensilità, agli scatti di anzianità, superminimi e via dicendo.
Tutto ciò premesso, la riflessione è semplice: atteso che la pensione di nonna Maria è di 1020 euro al mese (è più o meno la pensione media in Italia), chi lo paga il salario minimo della badante? Vogliamo farlo pagare a lei? E chi glielo dice a nonna Maria che è rimasta al verde non potendosi permettere altre spese di vitale importanza come cibo, bollette, medicine e visite specialistiche?
Con la situazione precedente, nonna Maria già usava anche parte dei risparmi (in aggiunta alla pensione) per far fronte alla propria non autosufficienza, mentre adesso la quota di risparmi intaccata è più che raddoppiata rispetto a prima. E se nonna Maria a quel punto decidesse di trasferirsi in una residenza sanitaria assistenziale, con la pensione che percepisce troverebbe (nella migliore delle ipotesi e se trovasse posto) uno di quei simpatici ospizi di cui si legge sui giornali in cronaca nera.
E un discorso simile è applicabile a molte altre categorie merceologiche a riprova di quanto sia facile fare politiche sociali scaricando gli oneri sul singolo cittadino. Nonna Maria va aiutata, assistita, tutelata dallo Stato e non messa in difficoltà dalle anime belle che fanno politiche sociali con il suo magro portafogli.
Aggiornato il 31 luglio 2023 alle ore 09:49