Una Roma senza corrente

Segnalazioni su segnalazioni. Disagi su disagi evidenziati in più zone di una Roma senza corrente o a corrente alternata. Da Ottavia a Casal Bruciato (dove per protesta sono stati posizionati dei cassonetti in mezzo alla strada), da Monte Mario (“tra martedì e mercoledì è saltato la corrente, frigorifero inagibile e non c’era Internet”) a Labaro, dall’Appio (“siamo stati senza corrente undici-dodici ore”) al Villaggio Prenestino, da Corcolle a Casal Monastero. Un quadro dettagliato lo ha fornito la testata RomaToday con una serie di servizi dove sono state raccolte varie testimonianze.

L’Opinione ha contattato Fabrizio, residente in via di Torrenova, che ha raccontato il disagio vissuto da lui – e da altri residenti – negli ultimi dieci giorni nella Borgata Arcacci, zona Torre Angela, tra via Bitonto, via Terlizzi, via Biccari. Da ieri però c’è una novità. Anche se in diversi l’hanno definita una “toppa”, come riferito dal cittadino a questo giornale: “Adesso abbiamo un generatore. Ma non sono stati giorni facili. Con penalizzazioni per i privati e le attività commerciali. Ci sono state forte penalizzazioni, con una mancanza di corrente per 11-12 ore. Il generatore, a mio avviso, non può essere la soluzione definitiva”.

Poi ha continuato: “I problemi sono stati di vario genere: il cibo in frigo, che abbiamo dovuto buttare. Inoltre non si respirava, abbiamo mangiato fuori, al McDonald’s o al centro commerciale. Mio figlio lavora in smart working, si è dovuto spostare dalla nonna. Anche mia moglie lavora in smart working e anche lei ha dovuto cercare un’altra postazione. In frigo c’era un medicinale che serve a mio figlio”.

“Con gli altri condomini ci sentivamo via WhatsApp, anche per capire che risposte venivano date dal gestore, raccogliendo più versioni: dalla cabina che non funzionava, ai fili che si surriscaldavano. Abbiamo saputo di una signora allettata, con il letto antidecubito, che a un certo punto si è ritrovata senza corrente. Per noi tutti è stata una brutta esperienza. Anzi, è stata una sopravvivenza. La corrente andava via tra le 11 alle 13. Poi ritornava verso le una-due di notte. Senza preavviso”.

Ma dicevamo che anche i commercianti hanno penato non poco. Queste le parole giunte da Big Pizza: “Sono stati dieci giorni infernali, noi abbiamo chiamato parecchie volte. Non rispondevano. Non si rendono conto della situazione. Abbiamo dovuto buttare gli alimenti. Più il danno di un servizio non fornito al cliente. Noi lavoriamo, non stiamo senza fare niente. È stato un grosso danno”.

Stessa musica da parte del dottor Lucio Monte, della farmacia Arcacci: “La corrente mancava per otto-dieci ore. Noi siamo muniti di gruppo elettrogeno personale che tamponava la situazione. Ma ha un tempo limitato, poi subentra un blocco termico. E anche noi andavamo in down. C’è stata una interruzione di pubblico servizio. Abbiamo fatto in modo di fornire i servizi minimi. La gente però andava via. E vedere una persona anziana che si allontanava mi faceva stare male. Tramite Federfarma è stata scritta una lettera, per la richiesta immediata di corrente. Ci siamo dichiarati danneggiati”.

Non è andata meglio alla ferramenta Angelini: “Non abbiamo lavorato. Non avevamo un collegamento a internet, eravamo praticamente fermi. Senza dimenticare il disagio dei condizionatori ko nell’area vendita, con danno sia per i lavoratori che per i clienti. Se ci avessero detto che ci sarebbero state delle interruzioni a causa di un qualsiasi intervento, in qualche modo ci saremmo organizzati. Abbiamo cercato di anticipare il lavoro. Non potevamo chiudere, dobbiamo fornire un servizio. In tempo di Covid dovevamo rimanere aperti. Non siamo mai stati in smart working. Abbiamo inviato due diffide, abbiamo subito dei danni”.

Solito refrain pure dalla tabaccheria Rizzo: “Non abbiamo lavorato – ha confessato Patrizia – il distributore delle sigarette non ha funzionato. Ho subito un danno alla saracinesca blindata. Da ieri c’è il generatore, ma ho sempre paura che la corrente possa andare via da un momento all’altro. Non è la soluzione definitiva. Tra l’altro, non passava più nessuno qui. Vista la situazione vissuta, non sono molto ottimista”.

Areti, in una nota, in relazione alle segnalazioni pervenute relativamente a distacchi di corrente o momentanei cali di tensione, ha fatto sapere “che si tratta di un aumento fisiologico dovuto ai consumi eccezionali a causa della forte ondata di calore che persiste ormai da settimane. Le reti elettriche sono sottoposte a forte stress e inoltre, rispetto alle prime settimane di luglio 2023, la richiesta di energia elettrica da parte di utenze domestiche, commerciali e industriali è salita repentinamente di circa il 30 per cento da 1600 mw fino ad arrivare ad oltre 2100 mw di potenza massima distribuita a Roma, raggiungendo il picco dell’anno”.

E ancora: “Tali circostanze hanno determinato un aumento delle segnalazioni, in determinate fasce orarie e zone, con contestuali fenomeni di congestione locale che hanno determinato in alcuni casi, come nella zona di Casal Bruciato, un allungamento dei tempi di ri-alimentazione”.

In particolare, “rispetto alle circa 120 segnalazioni al giorno della scorsa settimana (tra media e bassa tensione) in questi giorni si assiste ad un aumento di circa il 40 per cento. La società sta garantendo e garantirà la continuità del servizio: anche attraverso i sistemi di telecontrollo delle reti, sta monitorando la situazione in tempo reale e ha raddoppiato il presidio delle squadre operative in azione sul territorio H24 per garantire il ripristino dell’alimentazione alle utenze. Per sopperire ai casi in cui la riparazione del guasto potrebbe comportare tempi lunghi di ri-alimentazione, la società ha provveduto inoltre a incrementare la disponibilità di gruppi elettrogeni dotandosi di circa 40 generatori carrabili”.

Aggiornato il 21 luglio 2023 alle ore 15:57