Ospitiamo lo storico della letteratura e critico d’arte professor Vittorio De Bonis per parlare di eco-ansia e di quale impatto ha avuto questo fenomeno sulla salute umana, specialmente su alcuni giovani; l’idea del cambiamento climatico di cui si parla negli ultimi anni, che ha aperto ai movimenti ambientalisti dove la posta in gioco è ben altra. Sebbene i più giovani siano solitamente più resilienti e hanno più risorse oggi rispetto a ieri, che dovrebbero renderli immuni a certe ingenuità, alcuni sembrano essere più sensibili, quindi più esposti a stress ed emotività.
Pertanto, fra i vari sintomi ‒ come il non volere figli perché potrebbe non essere etico o sostenibile per le scarse risorse del pianeta ‒ reagiscono cercando di voler annullare il passato, come le testimonianze storiche ed artistiche.
Gli attivisti di Ultima generazione bloccano il traffico sulle principali arterie autostradali, imbrattano con vernici e zuppe di pomodoro le opere d’arte nei musei di mezzo mondo, gettano carbone nell’acqua delle fontane, imbrattano e rompono statue nelle piazze delle città. Sono vandali!
Sono la costola italiana di Extinction Rebellion, che ha già messo a segno una serie di blitz in numerosi musei all’estero. Ormai i musei, attaccati quasi quotidianamente, non denunciano più pubblicamente le aggressioni per evitarne l’incoraggiamento e la pubblicità. La protesta di questi giovani riguarda l’impossibilità di accettare la fine del mondo (sostengono) poiché secondo loro si andrebbe verso l’autodistruzione. E se la prendono con la bellezza, che è immortale, che riesce a bypassare i limiti del tempo.
Il professor De Bonis ha chiarito bene quanto siano alti i costi del ripristino dei luoghi attaccati e violentati. Infine, ha lanciato una proposta per i giovani che hanno voglia di denunciare i comportamenti autodistruttivi dell’uomo, promuovendo forme d’arte come fanno artisti del calibro di Steve Cutts o Banksy.
Aggiornato il 09 giugno 2023 alle ore 11:30