
Ognuno ha i suoi oracoli. Che, deo gratias, possono non essere infallibili. Anzi, in alcuni casi riescono nell’impresa di spaccare il capello della banalità, finendo così per rimanere indigesti. Sullo stomaco di Massimo Gramellini, udite-udite, è metaforicamente rimasta una fetta di Torta Sacher venduta a Trieste – in un’attività che ha aperto nel centro della città – a quasi 9 euro.
Il sindaco Roberto Dipiazza, sui prezzi del Caffè Sacher, taglia corto: “Se hai i soldi vai”. Altrimenti “guardi”. Poi insiste: “Vorresti una Ferrari? Ma non puoi permettertela, e allora se passa sei lì a guardarla”. E ancora: “Vai a cena nei ristoranti e ti chiedono cifre mai viste, davvero non riesco a capire questa polemica”.
Gramellini, editorialista del Corsera e in procinto di approdare su La7, sul quotidiano – oggi – propone nel menù un “Sacher e profano” condito in salsa populista. Ma di quella che vira a sinistra. In primis, se la prende con il primo cittadino triestino: “Colgo invece benissimo il disprezzo di un pubblico amministratore per chi non può permettersi di pagare ai figli una merenda di lusso e deve lasciarli con il naso appiccicato alla vetrina. Un disprezzo ostentato, anziché nascosto dietro le formule ipocrite ma rispettose che avrebbe usato un sindaco democristiano del secolo scorso”. Poi dà una spolverata di buonismo, che non guasta mai: “Solo nel migliore dei mondi possibili chi può si sforza di condividere con chi non può. Ma solo nel peggiore succede che si metta addirittura a sfotterlo”.
La colpa, quella firmata da Dipiazza, è di aver detto qualcosa che è ovvio: se hai le possibilità per permetterti qualcosa, nella fattispecie una fetta di Sacher, l’acquisti. Altrimenti no. Dopotutto, ci sono giornalisti capaci che se ne stanno in qualche redazione poco altolocata, che si sbattono dieci-dodici ore al dì, tra la cosiddetta “cucina” e i pezzi originali da produrre. E che non hanno il lusso di firmare un solo pezzullo per poi andarsene in gran serenità. Certo, qualcuno vorrebbe aspirare a posizioni migliori. Forse ci riuscirà, se ne avrà la possibilità. Sennò, da buon precario a tempo indeterminato, resterà a guardare la vetrina di lusso, senza addentrarsi in filippiche alla ricerca del cattivone di turno o del qualunquismo un tanto al chilo. Perché i problemi, quelli veri, sono altri.
Nota a margine: l’altro giorno il Caffè Sacher è rimasto chiuso. Il motivo non sono le polemiche, bensì è terminata la scorta di torte dopo l’enorme afflusso di clienti. Oggi sono attesi i rifornimenti. Chissà se Massimo Gramellini ne assaggerà un pezzo. Il problema, però, è che bisogna fare la fila.
Aggiornato il 06 giugno 2023 alle ore 13:26