L’Adriatico area di interesse geopolitico e memoria politica tra Est e Ovest

Da mercoledì 31 maggio a domenica 4 giugno ha aperto i battenti la quarta edizione del Salone Nautico di Venezia, promosso dal Comune di Venezia e organizzato dalla Società Ve.La. Spa con il supporto della Marina militare.

L’edizione 2023 del Salone Nautico – che nel 2022 ha ricevuto il Premio Bea-Best Event Awards come miglior fiera dell’anno – sta offrendo ai visitatori incuriositi delle importanti giornate di lavoro con esposizioni, conferenze e convegni. In occasione del lancio dei lavori del Salone Nautico, l’Istituto di Studi Militari Marittimi ha organizzato una interessante giornata di studio dal titolo: Tra Est e Ovest: l’Adriatico come faglia o connettore? dedicata allo studio ed all’analisi del ruolo geopolitico e geoeconomico dell’Adriatico. La finalità della giornata di studio è stata quella di comprendere le sinergie, le opportunità e le disconnessioni che l’Adriatico, sia in passato che nel nostro presente, riesce ed è riuscito ad innescare tra l’Europa meridionale e l’Europa orientale. I lavori hanno previsto due sessioni dedicate a “Memorie storiche e attualità geopolitica” e al “Ruolo economico dell’Adriatico nel XXI secolo”. L’autorevole convegno si inquadra nell’ambito di una serie di iniziative che la Marina militare sta proponendo per diffondere la cultura marittima nel nostro Paese e per promuovere nell’opinione pubblica, a tutti i livelli, una maggiore consapevolezza circa la centralità del mare per la nostra sicurezza e per il sostegno del nostro sistema socio-economico.

La Marina militare, attraverso l’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia, è da sempre fortemente impegnata nella salvaguardia e valorizzazione dell’Adriatico e del patrimonio storico culturale custodito nell’Antico Arsenale, dove promuove numerose iniziative che puntano ad ottimizzare le occasioni di fruibilità di questo luogo emblematico da parte della cittadinanza e degli appassionati. Secondo numerosi esperti, il mare Adriatico è il fulcro di dinamica frontiera politico-economica, nel passato al centro delle metamorfosi geopolitiche fra est e ovest tipiche della guerra fredda e attualmente retrovia delle nuove capacità logistiche ed economiche dell’area balcanica che guarda con estremo interesse all’Unione europea. Nell’ultimo ventennio l’area adriatica si è trasformata da spazio marittimo congelato a teatro di confronto fra il dinamismo sloveno-croato e l’attendismo italiano.

Una frontiera che ha visto, con l’affascinante e ineguagliabile storia di Venezia, una centralità assoluta nel passato. Come riportato da Maurizio Molinari, il rapporto tra i veneziani con l’Adriatico, descrivendolo come “Stato da Mar”, o “Territorio del Mare”, vede in tale area geografica e culturale la scommessa che “ha consentito a Venezia di conquistare Corfù, Creta e Cipro fino agli ormeggi in Terra Santa distinguendosi sempre per il suo forte carattere italiano che ancora oggi spicca a dispetto di confini, traghetti e bandiere. Da qui il valore di Corfù come sintesi unica fra Italia e Grecia indicata come il luogo geografico dove l’identità dell’Adriatico dei nostri giorni riflette ancora l’antico splendore, punto d’incontro fra Est ed Ovest, a dispetto delle nuove e vecchie minacce che tornano a sommarsi sopra e anche sotto le sue acque, che restano fra le più contese ed affascinanti dell’intero Pianeta”.

D’altronde, la dinamica classe imprenditore del Nord-Est sta scommettendo sempre di più sull’altra sponda dell’Adriatico. Le imprese e gli investitori guardano con molto interesse a Slovenia e Croazia, geograficamente molto vicine e già parte dell’Unione europea, ma anche l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, il Kosovo e il Montenegro appaiono, da decenni, paesi interessanti agli occhi delle aziende italiane, e in particolare di Friuli-Venezia Giulia e Veneto.

Aggiornato il 01 giugno 2023 alle ore 13:53