Dà fuoco alla cella, detenuto morto a Terni

È morto intossicato dal fumo, sprigionato dal fuoco che lui stesso aveva appiccato in cella nel carcere di Terni, un marocchino di 35 anni che era detenuto per questioni di droga. Un nuovo, l’ennesimo, grave episodio registrato nelle carceri italiane.

Una “strage silenziosa” come l’ha definita il Garante della Regione, l’avvocato Giuseppe Caforio, alla quale “non si può più assistere” e tanto meno “rimanere inermi”. Sempre oggi nel carcere di Salerno mentre era in corso una visita del provveditore, un detenuto italiano ha aggredito due poliziotti della penitenziaria nell’infermeria dell’istituto. Nel reparto accettazione di quello di Vibo Valentia, un altro con problemi di carattere psichiatrico, ha dato fuoco alla camera di pernottamento rendendo necessario lo sgombero del reparto. E momenti di alta tensione si sono vissuti nel carcere casertano di Carinola dove, secondo quanto si apprende, i detenuti di una sezione hanno cercato di farsi giustizia nei confronti di quelli di un’altra ritenuti “colpevoli” di aver picchiato uno di loro.

A Terni, come detto, il fatto più grave. Lo straniero morto era in una cella posta nella sezione G ‘accoglienza’. Inutili per lui i soccorsi portati dai sanitari che hanno tentato di salvargli la vita. Una “tragedia annunciata” per il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.

Per il segretario umbro Fabrizio Bonino la vittima aveva “problemi psichiatrici”. “Ha dato fuoco a tutto quello che aveva in cella – ha spiegato – ed in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalla fiamme e dal denso fumo nero che si è propagato”.

Per il senatore umbro del Partito democratico, Walter Verini, “la situazione delle carceri italiane ha aspetti drammatici”. “Ministro Nordio, lo faccia davvero il garantista – chiede – garantendo l’avvio di iniziative vere per rendere le carceri più umane, luoghi di pena ma anche di recupero”.

Per il Garante Caforio “la situazione delle carceri umbre è divenuta drammatica”. “Alle carenze croniche di personale, particolarmente grave quella di Terni che ha il peggior rapporto fra numero di poliziotti penitenziari e detenuti – afferma – si aggiunge un flusso incessante di detenuti trasferiti da altre carceri con gravissimi problemi di personalità quasi sempre di natura psichiatrica”.

Per il Garante “è il tempo che le promesse di implementazione di personale diventi realtà immediata e concreta”. “La coscienza di ognuno di noi e le regole minime di civiltà impongono di agire senza tentennamenti”, conclude Caforio.

Aggiornato il 31 maggio 2023 alle ore 17:45