Giornalisti e conduttori: andata e ritorno dalla Rai

È un fenomeno di lunga data e ha coinvolto molti dei personaggi di rilievo del mondo dello spettacolo e dell’editoria. Quando prima sul piccolo schermo c’era soltanto l’azienda di viale Mazzini, la corsa era orientata a conquistare un programma sulla Rete Uno. Poi quando oltre a Rai 2 e Rai 3 è arrivata negli anni Novanta la Fininvest – e dopo il Duemila anche La7 – autori, conduttori, giornalisti, vallette, veline sono entrati nel mercato del miglior offerente.

Andare via dall’azienda pubblica e poi tornare è diventato un affare che ha coinvolto personaggi che hanno fatto la storia della televisione italiana. Alcuni osservatori si sono meravigliati o hanno criticato le decisioni di Fabio Fazio di lasciare la Rai dopo 38 anni di conduzione di varie trasmissioni (20 anni solo per Che tempo che fa) e per le dimissioni di Lucia Annunziata dopo 27 anni ai vertici dell’azienda pubblica. Da una parziale carrellata dei curriculum di alcuni personaggi dello spettacolo e di giornalisti che hanno occupato posizioni di vertice, si ricava che la trasmigrazione da un canale all’altro ha radici profonde.

Partiamo dal caso Mike Bongiorno. Il cronista che da New York inizia la collaborazione all’Eiar, partigiano durante l’ultima guerra è uno tra i fondatori della televisione italiana: Lascia o raddoppia? con le domande preparate da Umberto Eco, Rischiatutto, conduttore di otto edizioni del Festival di Sanremo. Poi in una trattoria di Milano conosce Silvio Berlusconi e firma un contratto con la Fininvest, presentando trasmissioni su Canale 5. Per le sue ultime stagioni torna in Rai con Miss Italia insieme a Loretta Goggi e fa coppia con Fiorello.

Un altro esempio è Pippo Baudo. Nato a Militello in Val di Catania, fa il suo esordio in Rai negli anni Sessanta. Venti anni dopo firma un contratto in esclusiva con la Fininvest. Non soddisfatto del suo ruolo torna in Rai, pagando a Berlusconi un salato congedo come penale. Per viale Mazzini conduce tredici edizioni del Festival di Sanremo.

Il romano Paolo Bonolis brucia tutti. Parte in Rai, passa a Italia 1, conduce trasmissioni su Canale 5. Nel 1994 torna in Rai per condurre I cervelloni, poi di nuovo a Canale 5 con Ciao Darwin e Striscia la notizia di Antonio Ricci. Tanti compensi da faraone.

La giornalista Milena Jole Gabanelli inizia collaborando con Mixer di Giovanni Minoli, dal 1992 conduce Report su Rai 3, si dimette nel 2016 per disaccordi con la Rai, poi diventa collaboratrice del Corriere della Sera e de La7.

Il romano Giovanni Floris nasce come giornalista alla scuola Rai di Perugia, diventa inviato negli Stati Uniti, conduce Ballarò su Rai 3 e nel 2014 si dimette per passare, anche come autore, a La7.

Fazio e Annunziata hanno avuto come precursori il molisano Aldo Biscardi (dopo l’esperienza a Paese Sera ha inventato Il Processo del lunedì su Rai 3, per passare successivamente su alcuni canali private come Telemontecarlo e 7 Gold), i super-direttori Clemente Jackie Mimun (che da fattorino dell’Ansa venne assunto al Tg1 di cui divenne direttore dopo il Tg2 e da anni è direttore del Tg5) ed Enrico Mentana (assunto in Rai negli anni Ottanta, è diventato inviato del Tg1, vicedirettore del Tg2, quindi è stato tra i fondatori del telegiornale della Fininvest, il Tg5. Dal 2010 è direttore del Tg de La7 dell’editore Urbano Cairo).

Aggiornato il 29 maggio 2023 alle ore 13:33