Arriva Roberto Sergio, via Fabio Fazio dalla Rai

Il savonese Fabio Fazio e la torinese Luciana Littizzetto, nel lasciare la Rai per Discovery, non si sentono “né vittime, né martiri”. Una scelta di campo dopo 40 anni nell’azienda di Viale Mazzini, a partire da quel 1983 quando il ragazzo capellone ligure faceva l’imitatore a Pronto Raffaella. Sulla soglia dei 60 anni e dopo tanti successi personali (quattro edizioni del Festival di Sanremo) l’approdo al Canale Nove Discovery della Warner Bros viene considerato da molti osservatori un riconoscimento della professionalità del personaggio, ma ormai distante dalla futura linea editoriale di Viale Mazzini. Quello di Fazio era un contratto dai molti zeri. Ai 2,2 milioni di euro all’anno occorre sommare i compensi per l’utilizzo della propria società di produzione che gestiva tutta la complessa compagine di Che tempo che fa. Negli ultimi anni era cresciuta a Saxa Rubra l’insofferenza per impostazioni tipo quelle riservate a Fabio Fazio e a Bruno Vespa. Gli appalti esterni alla Rai sono proliferati nonostante la presenza tra i 12mila dipendenti.

La gestione dell’amministratore delegato Carlo Fuortes non era stata capace, in due anni, di determinare una svolta nel senso di valorizzare più e meglio i dipendenti interni. È in pratica quello che viene richiesto al nuovo vertice di Viale Mazzini. Il Cda ha nominato nuovo amministratore delegato l’esperto della radiofonia Roberto Sergio che conosce profondamente l’azienda. Ha ottenuto tre voti a favore, uno contrario quello di Francesca Bria, in quota Pd, e due astensioni: quella di Alessio Di Majo, designato da Cinque stelle e di Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti. Come primo atto la nomina di Paolo Marchesini come direttore dello staff dell’ad e l’intenzione di ripristinare la figura di direttore generale (che era stata di Ettore Bernabei, Biagio Agnes, Willy De Luca, Agostino Saccà, Giancarlo Leone), alla quale è stato designato un altro esperto di comunicazione televisiva come Gianpaolo Rossi.

L’addio di Fabio Fazio alla Rai era nell’aria avvicinandosi la scadenza di giugno dell’ultimo contratto, ma forse anche a causa delle sortite poco gradite della “comica” Luciana Littizzetto. Lo stesso Fazio ha riconosciuto: “Il mio lavoro continuerà altrove. D’altronde, non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni”. A 58 anni si può essere saggi dopo tante prove in prima fila nei 40 anni trascorsi in Rai. L’onore delle armi è venuto dalla solita battuta di Fiorello: “C’è uno bravo? Mandiamolo via”.

Questa volta non è così. Ha intrapreso un nuovo cammino, accettando un’offerta di un’emittente televisiva privata, professionalmente ed economicamente vantaggiosa. Fazio già un’altra volta aveva lasciato viale Mazzini per La 7, con la trasmissione Quello che non ho, che non ebbe successo. Anzi, due anni dopo il conduttore che aveva sdoganato Roberto Saviano torna in Rai con il remake di Rischiatutto del mitico Mike Bongiorno. Nella sua carriera ha avuto in trasmissione circa 4mila ospiti, tante personalità della sinistra, poche della destra. I fan e gli estimatori hanno sempre apprezzato il suo modo garbato di porgere le domande. I detrattori lo hanno spesso accusato di “faziosità”, giudicando “i suoi rituali da sacerdote della sinistra”, buonista.

Aggiornato il 17 maggio 2023 alle ore 11:17