Contraddizioni Rai: sciopero a maggio

Paradossi Rai: il 26 maggio tutti i dipendenti di viale Giuseppe Mazzini entreranno in sciopero come non si era più visto dal 2014, eppure il progetto di bilancio al 31 dicembre 2022 è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione, e con esso anche la contestata nuova sede di Milano compresa nel piano immobiliare. Non è mai facile comprendere i meccanismi che guidano l’azienda pubblica radiotelevisiva, ma alcuni indirizzi sembrano seguire una logica incomprensibile agli utenti e agli operatori del settore.

Partiamo dal bilancio. Come si può sostenere che “il risultato netto consolidato è in pareggio ed ha una posizione finanziaria attestata su livelli di sostenibilità”, se si registra un deficit di 580 milioni di euro? C’è un altro dato generale che preoccupa. L’ammissione deriva dal comunicato del Cda in cui viene osservato che “l’esercizio è stato caratterizzato da un quadro macro-economico fortemente instabile e negativo. Il conflitto russo-ucraino ha comportato l’aumento dei costi energetici accompagnato da un fenomeno inflattivo con effetto sui costi della società. La situazione economica del Paese ha limitato gli investimenti in pubblicità e per la Rai ha trovato applicazione dal 1gennaio 2022 l’ulteriore vincolo di affollamento pubblicitario”.

Come ha reagito l’azienda guidata dall’amministratore delegato Carlo Fuortes che starebbe preparandosi per assumere l’incarico di sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli? Un primo intervento riguarda l’incremento di ricavi commerciali di ritrasmissione su piattaforme di terzi canali della famiglia Rai e dell’app RaiPlay. In secondo luogo, è stata effettuata una razionalizzazione organizzativa che ha consentito di rafforzare il prodotto e sostenere l’onere per i grandi eventi sportivi (Campionato mondiale di calcio in Qatar e Olimpiadi invernali).

Il Festival di Sanremo, alcune fiction (Rocco Schiavone, Un passo dal cielo) alcune trasmissioni (Ballando con le Stelle di Milly Carlucci, Domenica In di Mara Venier, l’Eredità di Flavio Insinna, i Soliti ignoti di Amadeus) aggiunti a Chi l’ha visto? di Federica Sciarelli, Un posto al sole, il calcio e il ciclismo hanno permesso al gruppo Rai di confermarsi al primo posto del mercato televisivo, con il 36,7 per cento di share sull’intera giornata e il 37 per cento sul prime time e con il 18,2 per cento dell’intera giornata. Buoni i risultati di crescita dell’offerta digitale con un incremento del portale d’informazione RaiNews che ha raggiunto la media mensile di circa 7 milioni di utenti unici.

Numeri soddisfacenti? No. Lo dicono i dirigenti di viale Mazzini, secondo i quali si stanno registrando troppi ritardi rispetto alla tradizionale tabella di marcia. I palinsesti di autunno (che dovranno essere presentati in giugno e che non sono ancora pronti), le ricorrenti voci di nomine, le incertezze sulla stipula di nuovi contratti per le produzioni e i collaboratori alimentano tensioni. L’Adrai esprime perplessità sulla scarsa attenzione del comparto radiofonico, la cui quota di mercato della Rai è stata nel 2022 di poco superiore al 10 per cento. Dopo quasi due anni dall’insediamento di Fuortes, “non ci sono notizie di un piano industriale per gestire la necessaria evoluzione dell’azienda. Si allungano inoltre i tempi per la stesura del contratto di servizio. In questo quadro, non si affrontano l’annosa questione della razionalizzazione delle testate giornalistiche e il tema delle produzioni date in appalto totale in esterno”.

La vicenda della sede Rai di Milano al “Campus Gattamelata” è tutta da chiarire.

Aggiornato il 27 aprile 2023 alle ore 09:41