13 aprile 1986: Papa Giovanni Paolo II visita la Sinagoga di Roma

“Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo senso, siete i nostri fratelli maggiori”.

Con queste toccanti parole che colpirono l’animo ebraico, si espresse Giovanni Paolo II nel corso della sua storica visita alla Sinagoga di Roma. L’aspetto teologico si confuse con quello politico. Il 13 aprile 1986 segnò l’inizio di una nuova era nei rapporti tra la fede cattolica e quella ebraica. “La fede di Cristo ci unisce, la fede in Cristo ci divide”. Quella visita fu la conseguenza di un percorso partito da lontano: dalla dichiarazione Nostra Aetate, documento del Concilio Vaticano II, la cui prima bozza fu del novembre 1961 e il cui merito va attribuito alla saggezza di Papa Giovanni XXIII. In tale testo c’è la condanna di ogni forma di antisemitismo, da chiunque perpetrato nel corso dei secoli, l’assoluzione del popolo ebraico in merito alla morte di Gesù e l’affermazione che la religione ebraica non è estrinseca, ma intrinseca alla fede cattolica.

L’eco di quella dichiarazione irradiò e indicò la via delle future relazioni tra le due confessioni monoteiste. Non poteva che essere però Papà Wojtyla a rafforzare i legami ebraico-cattolici: il Papa polacco aveva conosciuto gli orrori del nazismo e soprattutto sapeva delle terribili sofferenze del popolo mosaico. La stessa visita compiuta in Israele al muro occidentale fu l’epilogo di un dialogo che aveva dato i suoi frutti. E fu lo stesso Giovanni Paolo II a riconoscere lo Stato ebraico come stato sovrano allacciando le relazioni diplomatiche.

Papa Bergoglio come asserisce anche il celebre rabbino Abraham Skorka si muove sullo stesso viatico. La visita di Papa Francesco in Israele, nel 2014, con la deposizione dei fiori sulla tomba di Theodor Herzl, il fondatore del sionismo, fu anch’esso un gesto simbolico forte. Così come fu l’esortazione apostolica Evangelii gaudium dell’attuale Papa, segnò la grammatica del dialogo fraterno e fecondo tra ebrei e cattolici. Un dialogo finalizzato alla promozione della pace e della concordia dei popoli, secondo uno schema autenticamente teologico ed etico.

(*) Nella foto Papa Giovanni Paolo II e il rabbino Elio Toaff

Aggiornato il 12 aprile 2023 alle ore 09:43