“C’è una sorta di cronicizzazione del problema. Abbiamo ancora alcune carenze su referenze importanti, come per esempio gli antipiretici per l’età pediatrica”.
Queste le parole di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che in un’intervista apparsa sul Messaggero ricorda “la carenza di alcune materie prime indispensabili per la produzione dei farmaci”. Ovvero “dall’alluminio che serve per il blister al vetro necessario per preparare i flaconi di sciroppi. E soprattutto, ricordiamo che la produzione di principi attivi, che molto spesso è delocalizzata in Paesi in via di sviluppo, genera difficoltà. Tra l’altro – insiste – dobbiamo fare i conti con una filiera distributiva, che deve essere più efficiente, il che vuol dire che appena disponibile il prodotto dev’essere distribuito”.
A seguire, segnala: “Noi vorremmo che la produzione di alcuni principi tornasse in Italia e soprattutto maggiore attenzione sulla filiera distributiva, in modo da vigilare sulle anomalie nel periodo più acuto delle carenze, durante il quale per ragioni di carattere commerciale le consegne venivano effettuate in maniera saltuaria e poco organizzata. Come distributori – prosegue – siamo tenuti a fornire il servizio con regolarità, ma l’industria troppo spesso organizza le consegne in funzione della convenienza e dell’opportunità commerciale”.
Tra l’altro, nota: “Ci sono prodotti in una certa fascia di prezzo che non conviene più distribuire in Italia perché c’è una marginalità troppo bassa: antibiotici a largo spettro, antinfiammatori e antipiretici, per esempio. In Germania e soprattutto nel Regno Unito parliamo di un circa 25-50 per cento in più. Sono percentuali che fanno seguire a questi prodotti un canale distributivo diverso”.
Aggiornato il 27 marzo 2023 alle ore 17:12