Troppe aggressioni negli ospedali, servono più agenti

Pochi giorni fa l’episodio a Roma, esattamente al Policlinico Umberto I. Un uomo – che in precedenza incendia il materasso della stanza dove è ricoverato – dà in escandescenza e aggredisce l’agente di polizia in servizio al nosocomio, che viene ferito, riportando sette giorni di prognosi. Un caso su cui pone la lente di ingrandimento Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di polizia (Mosap).

Conestà, interpellato dall’Opinione, fa il punto della situazione. In primis, ricorda che nella Capitale – e nella provincia – negli ospedali ci sono postazioni di polizia occupate da un solo agente per turno. Un numero ritenuto “non sufficiente”, poiché gli operatori “rischiano tantissimo, soprattutto quando si ha a che fare con pazienti psichiatrici”.

Un servizio, questo, che fa capo ai vari commissariati. Ed essendoci poche persone nei commissariati stessi, come rileva Conestà, viene subito a galla quanto sia corta la coperta: “Come viene aperto un presidio, dalle 8 alle 20, è difficile garantire due persone per turno. È evidente. Se c’è l’intenzione che l’apparato funzioni, servono maggiori risorse. Sennò, che senso ha? Non siamo più in campagna elettorale”.

Per rendere un attimo l’idea del lavoro svolto da un poliziotto in un presidio ospedaliero, Conestà ricorda la segnalazione di un agente “di stanza” in una struttura della Città eterna. E il campionario è vasto: trattazione di referti di pronto soccorso all’autorità giudiziaria ed attività connesse, attività di polizia giudiziaria (per esempio, acquisizione denunce, smarrimenti, riconoscimenti) e pubbliche relazioni. Ma anche gli interventi di polizia, come quelli svolti dagli equipaggi delle Volanti sul territorio, per liti, aggressioni, danneggiamenti, furti. Il tutto, viene ribadito, è sulle spalle di un solo agente che, a volte, si trova davanti casi spinosi, come i soggetti psichiatrici o chi è sottoposto a Tso (Trattamento sanitario obbligatorio).

Fabio Conestà, tra le altre cose, segnala che almeno negli ultimi anni c’è un decremento di uomini del 10-15 per cento. Ciò comporta “delle sofferenze oggettive e sono i commissariati a subire di più queste situazioni. Le criticità ci sono ovunque, basta pensare alle auto dei commissariati, che sono vecchie, quando non sono efficienti. Il Reparto Volanti ha un buon parco mezzi, stesso non può dirsi per le autoradio”.

Quindi, quale è – alla fine della fiera – la soluzione ottimale per i presidi negli ospedali? “Servono due operatori – risponde categorico Conestà – non si può aspettare di essere aggrediti per attendere che qualcosa si muova. Sì, nelle strutture ospedaliere ci sono anche le guardie giurate ma non siamo interscambiabili, abbiamo compiti diversi. Ribadisco – conclude – è fondamentale investire sulla sicurezza e rafforzare i presidi. Un compito così delicato, soprattutto alla luce delle continue aggressioni al personale sanitario, non può essere demandato a un solo agente”.

Aggiornato il 23 marzo 2023 alle ore 12:31