Pornografia e giovani. Una nuova piaga socio-antropologica

Che cosa significa crescere in un mondo in cui la pornografia è facilmente accessibile fin dalla giovane età? Dati e analisi relativi all’uso e all’abuso di materiale e contenuti pornografici tra i giovani. Cause, conseguenze e rimedi esperibili.

Che cosa significa crescere in un mondo in cui la pornografia è facilmente accessibile fin dalla giovane età? Un refrain comune è quello secondo cui prima di internet era molto più difficile accedere alla pornografia, perché ciò richiedeva la disponibilità di riviste, film e libri. Gli adolescenti di oggi hanno opzioni immensamente più numerose rispetto alle generazioni precedenti appunto in ragione dell’accesso libero ai siti web pornografici, ai social media e ad altri strumenti di distribuzione di tali contenuti. Nel 2022, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che attualmente riunisce 306 membri dei Parlamenti dei 46 Stati membri, si è dichiarata “allarmata dall’esposizione senza precedenti dei bambini alla pornografia per immagini, che è dannosa per il loro sviluppo psicologico e fisico”. Infatti, mentre la pornografia risulta dannosa a tutte le età, i bambini e gli adolescenti sono in assoluto i soggetti più esposti. Da qui l’importante risoluzione adottata, volta ad incoraggiare gli Stati perché adottino misure per proteggere i piccoli.

L’associazione americana “Common Sense”, organizzazione no-profit costituita per “fornire a genitori, educatori, organizzazioni sanitarie e responsabili politici dati affidabili e indipendenti sull’uso, da parte dei bambini, dei media e della tecnologia e sull’impatto che esse hanno sul loro sviluppo fisico, emotivo, sociale e intellettuale”, ha recentemente pubblicato i risultati di un’importante indagine condotta su un campione demograficamente significativo di oltre 1.300 adolescenti (di età compresa tra i 13 e i 17), residenti negli Stati Uniti. L’indagine, svolta nei giorni compresi tra il 12 e il 22 settembre 2022, aveva il dichiarato scopo di comprendere il ruolo giocato dalla pornografia online sulla vita degli adolescenti statunitensi, intendendo per pornografia online “qualsiasi video o foto visualizzati su siti web, social media o in qualsiasi altro sito Internet che mostri nudità e atti sessuali espliciti destinati a intrattenere sessualmente lo spettatore”.

Lo studio, per il carattere recente della ricerca, la scientificità della metodologia di indagine, la sostanziale assimilabilità, sovrapponibilità, uniformità di mode, costumi ed abitudini dei giovani adolescenti abitanti l’emisfero occidentale, ormai culturalmente globalizzato grazie alle tecnologie dell’interazione, merita la particolare e accurata attenzione analitica che si è scelto di accordarle in questa sede.

I risultati emersi, infatti, dovrebbero sollecitare una riflessione ed un dibattito pubblico a diversi livelli sull’opportunità di regolamentare di più e meglio le attuali, sostanzialmente indiscriminate, possibilità di accesso alla rete, se solo si considerano i seguenti, allarmanti dati emersi: 1) la maggioranza degli intervistati, adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni, ha guardato materiale pornografico online e alcuni l’hanno visto all’età di 10 anni o anche prima; mentre alcuni lo hanno scoperto accidentalmente, un numero significativo di adolescenti ha dichiarato di guardare materiale pornografico online intenzionalmente e regolarmente. La media di essi ha un’età dichiarata di appena 12 anni; 2) il 71 per cento di coloro che hanno affermato di aver guardato intenzionalmente materiale pornografico ha riferito di averlo visto nella settimana precedente l’intervista; 3) il 63 per cento di coloro che hanno dichiarato di aver visto la pornografia accidentalmente hanno riferito di essere stati esposti alla pornografia nella settimana dell’intervista; 4) il 45 per cento ritiene che la pornografia online fornisca informazioni utili sul sesso, informazioni che si ritiene o si valuta di non poter acquisire diversamente.

Come spiegare un uso così massiccio, diffusivo, ormai incontrollato e comune della pornografia da parte dei giovani? Certamente, l’avvento dell’era digitale ha reso la pornografia liberamente, anonimamente, illimitatamente accessibile, ovunque e in qualsiasi momento, anche a scuola, grazie alla disponibilità sia di dispositivi che consentono visualizzazione e riproduzione di foto, video e altro materiale facilmente scaricabile, sia di reti di connessione sempre più presenti, performanti, veloci. La pandemia da Covid-19 ha poi aggravato sensibilmente il fenomeno dell’esposizione alla pornografia per mezzo dei lockdown che hanno portato ad un aumento considerevole della disponibilità di tempo spendibile davanti ad uno schermo, per non parlare della disponibilità di un aumentato numero di contenuti gratuitamente accessibili sulle piattaforme. Non ultimo, la crescente esposizione dei giovani alla pornografia si spiega con la sempre più feroce commercializzazione dell’industria del porno e le sempre più pressanti e subdole strategie pubblicitarie poste in essere per attrarre un numero di utenti vieppiù crescente. Si stima che la detta industria fatturi circa 789 milioni dollari all’anno solo per il consumo di materiale pornografico tra i giovanissimi, di cui circa 147 milioni di dollari per la sola esposizione accidentale ad esso.

Quali le conseguenze di una simile, precoce sovra-esposizione al consumo di pornografia? Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto una nuova diagnosi nella sua Classificazione Internazionale delle Malattie (Icd): il cosiddetto disturbo da comportamento sessuale compulsivo (6C72), legato all’uso eccessivo della pornografia. Le conseguenze registrate di simili abusi sul piano emotivo, psicologico e fisico sono infatti diverse, gravi e provate: se ne riportano alcune, insistendo in particolare sul rischio che tale consumo può dare in termini di dipendenza patologica.

Da un punto di vista squisitamente fisiologico, la pornografia ha un impatto molto importante sui giovani a causa tanto della loro sensibilità alla dopamina, quanto delle caratteristiche del loro cervello, la cui plasticità consente il prodursi di effetti sulle dinamiche sia dell’apprendimento che della riflessione tout court, rendendoli di fatto più vulnerabili allo sviluppo di disturbi mentali e a comportamenti pericolosi del tutto assimilabili a quelli dell’abuso sessuale. In particolare, sono stati registrati danni sul normale processo di maturazione della corteccia cerebrale frontale del bambino, più bassi livelli di integrazione e socializzazione da parte dei consumatori abituali, specie se giovanissimi, più alti livelli di sintomatologie da sindromi depressive e complessi psichici, in uno con una ridotta capacità di coinvolgimento empatico nelle relazioni interumane: “L’esposizione dei giovani alla pornografia porta anche allo sviluppo di irrealistiche e distorte aspettative sulla sessualità e insieme ad atteggiamenti fuorvianti nelle relazioni”. Inoltre, “la probabilità che gli adolescenti accettino e si impegnino in comportamenti sessuali dannosi e rischiosi per se stessi e per gli altri, aumenta: attività sessuale precoce, sexting, partner sessuali multipli, pratiche sessuali promiscue e rischiose, uso di sostanze pe vulnerabilità alle malattie sessualmente trasmissibili”. Diversi studi confermano altresì la correlazione esistente tra consumo della pornografia tra le giovani generazioni e il diffondersi di comportamenti sostanziantesi in aggressioni verbali e fisiche, oltre che in atti violenza sessuale vera e propria. Infine, sono oggi provati i rischi di sviluppare forme di dipendenza compulsiva dall’uso indiscriminato e reiterato di materiale pornografico: “Le neuroscienze ora mostrano che la reazione del cervello alla pornografia è simile a quella causata da droghe pesanti, come la cocaina. Infatti, quando il cervello è esposto a qualcosa di gratificante, esso reagisce aumentando il rilascio di dopamina, l’“ormone del piacere”. La pornografia attiva i due centri del cosiddetto “sistema di ricompensa del cervello”: il sistema del piacere e il sistema del desiderio. Così, l’utente può essere catturato in un vortice di piacere con il rilascio di dopamina in risposta a sempre nuove immagini, e così il desiderio cresce sempre più. Nel corso del tempo, però, i recettori della dopamina nel centro di ricompensa si assuefanno a causa della sovra stimolazione cronica. Con un centro di ricompensa assuefatto, l’utente non sente più gli effetti della dopamina e la pornografia non produce più la stessa eccitazione di prima. Di conseguenza, molte persone cercano contenuti pornografici sempre più violenti e osceni per ottenere un rilascio di dopamina più elevato. La pornografia è, quindi, molto avvincente e insieme diversa da tutte le altre dipendenze, più difficile da arrestare, perché la facilmente accessibile, economica e anonima (le tre “A”: accessible, affordable, anonymous). Inoltre, a differenza [delle note dinamiche] del “fondo della bottiglia di alcolici o dell’ultima sigaretta nel pacchetto”, la fonte dei contenuti consultabili gratuitamente è inesauribile”.

Un argine pensabile all’abuso compulsivo e lesivo della pornografia dovrà allora passare dall’impiego sistematico di una serie di azioni concertate a diversi livelli che muovano dal riconoscerne in primis la dannosità, includendo il trattamento da dipendenza dalla pornografia nei programmi sanitari nazionali di trattamento delle dipendenze patologiche; sviluppando programmi per il recupero di chi ne è affetto; organizzando campagne pubbliche sul tema; responsabilizzando genitori e agenzie educative rispetto al problema; regolandone in maniera stringente l’accesso; criminalizzando, infine, le forme estreme e violente degli atti di pornografia veicolati mediaticamente. La preservazione della sanità morale delle future generazioni, infatti, dovrebbe essere una priorità innanzitutto politica, giacché non solo il bene del singolo non è in conflitto con il bene comune, ma al contrario il bene comune rappresenta il compimento pieno e pienamente riuscito del bene del singolo ed è il bene proprio dell’individuo in virtù del suo essere comune.

(*) Tratto dal Centro Studi Rosario Livatino

Aggiornato il 16 marzo 2023 alle ore 15:16