“Adotta una statua”: il piano per restaurare il Duomo

Milano, la capitale della moda e della finanza italiana, come molte città importanti dello Stivale, ha il suo simbolo, riconosciuto all’unanimità nel mondo: stiamo parlando del Duomo. Il monumento è “senza dubbio il luogo più amato” della City, scrive il New York Times. “Un’icona”, viene definita dal quotidiano nordamericano una delle chiese cattoliche più famose e glamour del pianeta. Ma la cattedrale metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria – il “vero” nome dell’edificio milanese – rappresenta anche un costo continuo per le tasche del comune. Sono sei secoli, dal 1386, che richiede interventi ordinari e straordinari di messa a punto. Anche perché il Duomo è diverso da molte altre chiese, in quanto consta di “circa 3.400 statue e sculture che adornano i suoi innumerevoli angoli e pertugi, i contrafforti, i pinnacoli e le guglie, ed è realizzato con un raro marmo rosa estratto da un'unica cava alle pendici delle Alpi”, la catena montuosa che si trova “qualche” chilometro più a nord della capitale lombarda, e la cui composizione unica rende questo edificio.

Infatti, è dal 1387 che esiste la Veneranda Fabbrica del Duomo, l’associazione che si occupa esclusivamente del restauro e della conservazione della cattedrale. L’edificio, come la maggior parte delle strutture costruite in marmo pregiato, è ininterrottamente attaccato dall’inquinamento e dagli agenti atmosferici. In modo particolare l’acido nitrico e l’anidride solforosa formano croste nere sulla superficie della chiesa, un po’ come “il tartaro che prelude alle carie nei denti”, spiega Francesco Canali, il direttore dei lavori della Veneranda. Il costo delle continue pulizie e manutenzioni è sempre stato alto, ma adesso il Duomo ha cercato con un escamotage di incrementare gli aiuti dai privati per coprire parte delle spese. In questo quadro, racconta il giornale newyorkese, nasce il programma adotta una statua. Un’opportunità per le aziende di finanziare il restauro di una delle migliaia sculture del Duomo. Ma non è finita qui. L’opera d’arte adottata può, in cambio, essere “portata a casa per metterla in mostra”, per un periodo di tre anni. Il quotidiano racconta che, proprio per questo motivo, “una splendida statua in marmo del re David che sorregge un’arpa è finita dritta in mostra con soddisfazione in un atrio aziendale”. “Abbiamo pensato che un'azienda milanese dovesse adottare almeno un pezzetto del Duomo; quindi, ci è sembrato un progetto meraviglioso e simbolico”, racconta Veronica Squinzi, amministratore delegato dell’azienda Mapei, che ha sostenuto economicamente il progetto di restauro della statua in questione.

Aggiornato il 22 febbraio 2023 alle ore 10:31