“Di morti sul lavoro si parla troppo poco, solo quando ci sono casi eclatanti”. Il commento è di Pierpaolo Bombardieri, segretario nazionale della Uil, nel corso di un’assemblea regionale del sindacato che si è tenuta a Bari. Nel capoluogo pugliese, l’altro giorno, un uomo di 79 anni è morto. La vittima, per la cronaca, è deceduta mentre era impegnata in un intervento all’impianto antincendio di un box. La scorsa settimana, andando in ordine di tempo, tre tragici incidenti sono avvenuti a Civitavecchia, Trieste e Savona.
“Abbiamo fatto due incontri con il Governo – ha sottolineato Bombardieri – abbiamo chiesto all’Esecutivo di decidere. È finito il tempo delle chiacchiere, servono i fatti concreti, perché in questo Paese continuano a morire di lavoro tre persone al giorno. Se la mafia avesse ammazzato tre persone al giorno, come avrebbe reagito lo Stato? Non ci sembra che in questo momento la classe politica stia dando risposte concrete a questa domanda”.
Intanto Edoardo Rixi, viceministro alle infrastrutture e Trasporti, parlando al congresso nazionale della Filt-Cgil ad Aci Castello, nel Catanese, sottolinea: “Abbiamo la necessità di far crescere le imprese, la cultura del lavoro nel Paese e anche la cultura della sicurezza. Veniamo da una settimana tragica con i tre morti sul lavoro nei porti italiani, non era mai successo”.
Perciò è fondamentale, secondo Rixi, “andare a codificare anche quelli che sono i nuovi lavori usuranti, come ad esempio le attività portuali, e riuscire ad avere una manodopera giovane e dinamica”. Il tutto tentando di accompagnare “anche chi ha già dato molto in lavori usuranti a uscire dal mondo del lavoro in maniera onorevole”. Insomma, si tratta di un tema culturale, “che il nostro Paese deve affrontare, investendo sulla capacità produttiva”.
Nel 2022, secondo i dati dell’Inail, al 31 dicembre gli infortuni denunciati “sono stati 697.773, in aumento del 25,7 per cento rispetto al 2021, del 25,9 per cento rispetto al 2020 e dell’8,7 per cento rispetto al 2019. A livello nazionale i dati evidenziano, in particolare, un incremento rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28 per cento) sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,9 per cento)”. E ancora: “L’effetto Covid emerge anche dall’analisi dei casi mortali denunciati, che nel 2022 sono stati 1.090, 131 in meno rispetto ai 1.221 del 2021, 180 in meno rispetto ai 1.270 del 2020 e uno in più rispetto ai 1.089 del 2019 pre-pandemia. Il calo rispetto al 2021 riguarda solo i decessi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 (-18,8 per cento) per il notevole minor peso delle morti da contagio, mentre quelli occorsi in itinere sono aumentati del 21 per cento”.
Aggiornato il 16 febbraio 2023 alle ore 15:31