Sanremo: per fortuna ho il telecomando

Ci sono quelli che si preparano da settimane per vederlo in solitudine, indisturbati, non si perdono una nota, una parola, già sanno i testi a memoria prima che inizi lo show e ogni dettaglio sui cantanti. Altri si riuniscono con gli amici per fare pettegolezzi sui look e pronosticare i vincitori. Ci sono quelli che non lo guardano e poi odiosissimi lo commentano lo stesso. Ma i più fichi sono quelli che dicono di non guardarlo e invece lo vedono di nascosto.

Cosa può fare Sanremo Dio solo lo sa! Quest’anno è successo di tutto, ma è l’onda lunga che a noi interessa. Perché gli effetti dei cinque giorni sanremesi saranno ben più interessanti dell’intera kermesse, dove fra chi ha sfasciato mezzo palco, s’è buttato in piscina con un costoso microfono, s’è limonato e pomiciato un pallidissimo e accollativo Fedez in prima fila sotto gli occhi della moglie, dei figli a casa e di 12 milioni di spettatori, bambini compresi, nella serata finale della super prestigiosa competizione canora, da 73 anni fiore all’occhiello del nostro Paese, e si vedranno non subito, ma fra qualche settimana.

C’è chi dice che pagare il canone per questa roba dà un po' di noia. Ma c’è il potere del telecomando! Non mi piace cosa dice Littizzetto? Cambio canale! Non mi piace cosa dice Barbara D’Urso? Cambio canale! Nessuno mi obbliga e non devo farmi violenza da sola, a meno che non mi piaccia o non sia un lamentoso di professione.

Sanremo non è più coerente a se stesso, ma ci sta, i tempi sono cambiati. I personaggi sovrastano le canzoni però qui c’è da farsi delle domande: mancano talenti fra chi sa scrivere testi? E le voci? Chiunque pensa di poter cantare, ma non è esattamente così. Questo succede anche ad alcuni cantanti che un tempo avevano voci meravigliose. Ma le voci con il tempo cambiano, invecchiano. Allora, o si adeguano i testi alle nuove voci oppure l’artista in questione faccia una riflessione. Non puoi fare un acuto se non rendi allo stesso modo come vent’anni prima! Compensi con un bel testo.

Insomma, in attesa dei cambiamenti che ci aspettiamo in Rai, ascoltiamo cosa succederà per le radio. Io ho già la mia preferita, è di un ragazzo che si è diplomato al Conservatorio, ama Chopin, ci fa ballare ad ogni età, non ride troppo e parla il giusto. Evviva!

Aggiornato il 13 febbraio 2023 alle ore 14:27