Infibulazione genitale femminile: l’allarme di Acmid-Donna Onlus

Souad Sbai e le Donne di Acmid-Donna Onlus in prima linea contro l’infibulazione genitale femminile – una pratica subita da 200 milioni di donne e bambine nel mondo secondo le Nazioni Unite di queste, 44 milioni sono minori di 10 anni. Oggi si celebra la giornata mondiale. Le mutilazioni genitali femminili sono procedure che comportano l’incisione o l’asportazione parziale o totale dei genitali esterni femminili, per motivi non terapeutici ma tribali. Una violazione a tutti gli effetti dei diritti delle donne che continua ad essere praticata in molte parti del mondo.

“Acmid-Donna Onlus rilancia l’allarme sulla condizione in cui ancora oggi sono costrette a vivere molte bambine sotto la minaccia dell’infibulazione. Anche se le seconde generazioni immigrate, soprattutto grazie ai social network, hanno acquisito una maggiore consapevolezza sui gravi danni dell’infibulazione, non dobbiamo abbassare la guardia soprattutto nelle scuole”.

“La mutilazione genitale è severamente punita in Italia grazie alla legge Consolo approvata nel 2006, la legge prevede la reclusione da quattro a dodici anni e la pena è aumentata di un terzo se la mutilazione viene compiuta su una minorenne”.

“Purtroppo ancora oggi assistiamo a questi abusi sulle bambine e le motivazioni che spingono a praticare queste vere e proprie torture si richiamano a detti popolari, precetti religiosi o al controllo politico e sessuale della donna. Ma la motivazione e causa fondamentale di questo crimine è, che nelle culture ove le mutilazioni sono richieste e praticate, la sessualità femminile è considerata un istinto impuro e da controllare e, possibilmente, annullare”. Questo l’allarme lanciato da Souad Sbai, presidente dell’associazione.

Aggiornato il 06 febbraio 2023 alle ore 17:16