Il minimo che si possa dire è che la Corte di Cassazione ha deciso di vivere in una sorta di turris eburnea: per quel che riguarda il caso di Alfredo Cospito, anarchico sottoposto al carcere duro e che da un centinaio di giorni effettua uno sciopero della fame, ha deciso di non decidere. C’è stato un ricorso in tutta fretta. Risultato: i magistrati della Cassazione affronteranno la questione il 20 aprile. Con molta calma.
Le parole di Angelica Milia, la sua dottoressa di fiducia, sono un urlo disperato: “Il 20 aprile Alfredo sarà morto”.
Credo che sia opportuno rivolgersi al Presidente della Repubblica, che almeno operi la tradizionale moral suasion nei confronti di chi può fare qualcosa. L’inerzia a questo punto diventa complicità. Si può, beninteso. Però sappiamolo.
Io per mio conto, con parole mie, mi sono già rivolto al Presidente Mattarella e al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Aggiornato il 27 gennaio 2023 alle ore 11:39